23 giugno 2016 19:15

Il documentario di Carmine Amoroso, Porno & libertà, racconta la storia del cinema pornografico in Italia dalle sue avventurose origini alla sua definitiva uscita dal mondo della controcultura con l’arrivo dell’onorevole Staller a Montecitorio. Quindi non è la storia di un’industria che macina carne umana e milioni di euro, ma la storia di alcuni pionieri che combattevano per la liberazione sessuale in un paese, l’Italia, dominato da ipocrisia e perbenismo. Al centro di tutto c’è la figura di Riccardo Schicchi a cui viene restituita la piena dignità che merita. Sul tema della pornografia in un mondo dominato dalla censura e sulle sue diverse sfaccettature intervengono alcuni personaggi che per un motivo o per un altro hanno incrociato il cammino di Schicchi e di Ilona Staller: Marco Pannella, Giampiero Mughini, Marco Giusti, Ambrogio Sparagna, Helena Velena e altri.

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È proprio vero, come ha recentemente scritto Francesco Boille, che quello iraniano è un cinema che tende a far vedere i dispositivi su cui opera. In Un mercoledì di maggio, film di Vahid Jalilvand presentato nel 2015 a Venezia (Orizzonti), il dispositivo scatta intorno a un annuncio pubblicato su un giornale di Teheran in cui un uomo promette diecimila dollari a una persona bisognosa. E il dispositivo serve a sollevare qualche questione morale (chi e come può decidere chi è più bisognoso tra una folla di persone ognuna con la sua storia devastante?) e anche a mostrare qualche scorcio della società iraniana, troppo spesso ostaggio dei cliché.

A questo proposito, con Un mercoledì di maggio si apre Nuovo cinema Teheran, una specie di minirassegna di quattro film iraniani che Academy Two distribuirà nelle sale tra il 23 e il 30 giugno. Gli altri titoli della rassegna sono Nahid di Ida Panahandeh, presentato a Cannes nel 2015 (uscita il 27 giugno), A dragon arrives di Mani Haghighi, presentato quest’anno a Berlino (uscita il 28 giugno) e A girl walks home alone at night di Ana Lily Amirpour, presentato al Sundance nel 2013 (uscita il 30 giugno).

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The conjuring. Il caso Enfield di James Wan non è il classico horror di stagione, ma qualcosa di meglio. La settimana scorsa ha sbancato negli Stati Uniti e le critiche sono ottime. Ritroviamo i due protagonisti di The conjuring. L’evocazione, cioè Ed e Lorraine Warren, interpretati rispettivamente da Patrick Wilson e Vera Farmiga. Nel 2013 avevano salvato la famiglia Perron dallo spirito di una strega che aleggiava in una fattoria del Rhode Island. Stavolta i coniugi Warren sono sulle tracce di un demone travestito da suora che li porterà da Amityville (sì proprio quella Amityville) a Londra. Poche discussioni, chi apprezza gli horror non può perdersi il secondo capitolo delle avventure degli Warren.

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La canzone del mare dell’irlandese Tomm Moore nel 2015 ha ricevuto la nomination all’Oscar come miglior film d’animazione, ma è stato battuto da Big hero 6. Con una raffinata animazione in 2d che fa pensare più all’illustrazione per ragazzi che ai moderni cartoni animati, racconta la storia di Saoirse (che qui viene pronunciata “Sìrscia”), una bambina figlia di un umano e di una selkie, cioè una creatura mitologica, mezza umana e mezza foca, tipica del folclore condiviso tra Irlanda, Scozia (Orcadi), Islanda e Isole Fær Øer. Alla bimba, che non parla e non va molto a genio al fratello maggiore Ben, tocca un arduo compito: salvare tutte le creature fatate dall’oblio in cui le sta spingendo il mondo degli umani e traghettarle verso l’aurora boreale. Oltre agli esperti di folclore nordico il film, che comunque è proprio bellino, è particolarmente indicato per un pubblico femminile under 12.

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