02 febbraio 2015 12:38

Negli ultimi giorni abbiamo assistito a tre grandi sconfitte del gruppo Stato islamico in Iraq e in Siria. Sul confine siriano con la Turchia, i combattenti curdi sono riusciti a strappare la città di Kobane dalle mani dei jihadisti con l’aiuto dei bombardamenti aerei della coalizione internazionale. I curdi di Siria, Turchia e Iraq hanno festeggiato la vittoria ballando la loro danza tradizionale, la dabka.

Poche decine di chilometri a nord di Baghdad, l’esercito iracheno, aiutato dalle milizie formate da volontari sciiti, ha allontanato i combattenti del gruppo Stato islamico dalla provincia di Diyala. Nel parlamento iracheno, però, i deputati sunniti hanno denunciato i crimini commessi dalle milizie, che hanno ucciso settanta civili sunniti durante i combattimenti.

Più a nord, nell’area ricca di petrolio di Kirkuk, i combattenti della minoranza yazida e i peshmerga curdi hanno moltiplicato gli attacchi per allontanare il gruppo Stato islamico dal monte Sinjar.

Le notizie che ci sono arrivate recentemente da Mosul (la terza città irachena, ancora sotto il controllo jihadista) rivelano che tra i leader dello Stato islamico il morale è sempre più basso. Nelle strade le manifestazioni di forza militare sono meno frequenti. Sono aumentate invece le esecuzioni di presunte spie e di combattenti d’origine straniera che avevano cercato di scappare a ovest. Inoltre ci sono più scontri tra i jihadisti originari della zona e quelli arrivati da fuori, così come tra gli ex ufficiali del vecchio esercito iracheno e le nuove reclute dello Stato islamico. Infine nell’area montagnosa di Hemrin, a nord di Baghdad, non si vedono più i grandi pezzi d’artiglieria che i jihadisti avevano rubato dalle basi dell’esercito iracheno.

La ritirata sui tre fronti, però, ha reso i jihadisti dello Stato islamico ancora più spietati e violenti con la popolazione delle aree da loro controllate. “Qualsiasi cosa, come fumare una sigaretta o guardare una partita di calcio, può costarti la vita”, afferma un abitante di queste zone.

(Traduzione di Francesca Sibani)

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