20 settembre 2016 17:50

Sembra che la battaglia per riconquistare Mosul comincerà molto presto. E il gruppo Stato islamico (Is) è destinato a perdere la sua seconda roccaforte. All’interno della città, i jihadisti si preparano alla battaglia definitiva.

Stanno dando il cambio alle loro truppe dispiegate ai confini della città. Stanno conducendo delle perquisizioni casa per casa alla ricerca di tre leader del gruppo scomparsi in circostanze misteriose, che si pensa siano stati rapiti da gruppi della resistenza locale.

Infine stanno organizzando delle esecuzioni pubbliche di comandanti che si sono rifiutati di andare a combattere in prima linea, dimostrando mancanza di convinzione e di entusiasmo.

Attese e interferenze
Sull’altro fronte, quattro diverse forze armate si stanno preparando a combattere: l’esercito iracheno, le milizie sciite, le forze tribali sunnite e i peshmerga curdi. L’alleanza internazionale ha moltiplicato i bombardamenti sulle postazioni dei jihadisti dentro e fuori la città. La battaglia non sarà facile, e le Nazioni Unite e gli Stati Uniti prevedono la fuga di un milione di civili prima e durante l’attacco.

Al livello locale e internazionale ci sono grandi aspettative su come sarà l’Iraq dopo la sconfitta del gruppo Stato islamico. Il paese non sarà più lo stesso, e Mosul, con le sue tante etnie, sarà al centro di questo cambiamento. I curdi hanno cominciato ad ampliare il loro territorio ancor prima di chiedere l’indipendenza, mentre gli statunitensi hanno cominciato a parlare di decentramento e di nuove relazioni tra la popolazione a maggioranza sunnita di Mosul e il governo centrale di Baghdad. Con tutti questi cambiamenti, le interferenze dei poteri regionali e internazionali svolgeranno una parte importante in tutta questa vicenda.

(Traduzione di Francesca Sibani)

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