27 novembre 2016 12:06

I rapporti tra l’Iraq e l’Arabia Saudita sono peggiorati ufficialmente la settimana scorsa, mentre a Kerbala si svolgeva la grande processione dei musulmani sciiti al mausoleo dell’imam Hussein, il nipote del profeta Maometto. A scatenare la tensione è stato un articolo pubblicato il 20 novembre da Asharq al Awsat, un quotidiano saudita con sede a Londra, che citava un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sul caso di 169 gravidanze “indesiderate” di donne di Kerbala rimaste incinte dopo l’arrivo dei pellegrini sciiti l’anno scorso.

Il rapporto, però, era falso e l’Oms ha smentito più volte di averlo pubblicato. Ma resta il fatto che il quotidiano l’aveva richiamato in prima pagina, facendo arrabbiare molti parlamentari, politici e giornalisti vicini al governo di Baghdad. Senza troppo scalpore, il giornale ha sostituito il direttore della redazione irachena, un saudita, con un libanese, e ha dato la colpa dell’errore ai reporter locali. Due giornalisti della redazione irachena hanno negato di essere stati loro a segnalare il rapporto al direttore e si sono licenziati.

Queste tensioni hanno come sfondo il conflitto regionale tra l’Arabia Saudita e l’Iran, la competizione sul numero dei pellegrini che visitano i luoghi di culto sciiti in Iraq e quelli sunniti che visitano i luoghi sacri della Mecca, e le ultime fasi dell’offensiva per liberare Mosul dal gruppo Stato islamico (Is). Questa situazione getta un’ombra sul futuro delle relazioni tra Baghdad e Riyadh nella fase successiva alla sconfitta dell’Is e alimenta le preoccupazioni saudite per la maggiore influenza di Teheran sul resto della regione, e sull’Iraq in particolare.

(Traduzione di Francesca Sibani)

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