02 settembre 2014 07:00

Non ci sarà una terza guerra mondiale. Non assisteremo a uno scontro militare tra la Federazione russa e l’Alleanza atlantica, perché né gli Stati Uniti né le capitali europee (nemmeno quelle dei paesi usciti dall’orbita sovietica come la Polonia o gli stati baltici) hanno alcuna intenzione di rispondere con la forza alle incursioni russe in Ucraina.

Davanti al rilancio permanente di Vladimir Putin gli occidentali si aggrappano giustamente alla ragione, ma questa crisi resta estremamente preoccupante, per tre motivi.

Il primo è che la situazione attuale rinvia a un futuro indefinito uno sviluppo auspicato da tempo, quell’accordo tra l’Unione e la Russia che permetterebbe a Mosca di scambiare le materie prime di cui è così ricca con gli investimenti massicci di cui ha estremamente bisogno per modernizzarsi, industrializzarsi e uscire da un arcaismo economico che la costringe a dipendere totalmente dal gas e dal petrolio.

Il secondo motivo è che la facilità con cui Vladimir Putin ottiene risultati in Ucraina inebria il Cremlino e lo spinge ad approfittare della sua posizione di forza nella zona orientale del paese. La Russia potrebbe decidere da un momento all’altro di spaccare l’Ucraina dopo averle sottratto la Crimea, per poi cercare di rimettere le mani su altri paesi ex sovietici. Guidata da un presidente che sogna di ricostituire un antico impero, la Russia si sta isolando sempre di più dal mondo occidentale, riducendo il suo tenore di vita e mettendosi nelle mani della Cina, i cui commercianti e operai hanno colonizzato già da diversi anni la Siberia.

Il terzo motivo di preoccupazione è che l’Ucraina non intende arrendersi senza combattere. Il ministro della difesa ucraino ha giustamente previsto una guerra spaventosa e decine di migliaia di morti. Intanto la timidezza dell’occidente rischia di indebolire i democratici ucraini a vantaggio dell’estrema destra (per il momento marginale), proprio come il rifiuto degli Stati Uniti di colpire il regime siriano ha lasciato campo libero ai fanatici dello Stato islamico.

La guerra mondiale non ci sarà, ma questo non vuol dire che in Ucraina la situazione sia incoraggiante. Il futuro ci riserva un pasticcio tanto sanguinoso quanto stupido. Eppure, nonostante questo caos, ci sono anche alcuni aspetti positivi da considerare. La crisi, per esempio, finirà per allontanare i russi dal loro scriteriato presidente, mentre l’Unione è già costretta a serrare i ranghi e rendersi conto che è arrivato il momento di dotarsi di una maggiore unità politica per proteggere gli interessi comuni.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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