21 ottobre 2014 14:56

È fatta. Francia e Germania hanno raggiunto un’intesa sulla necessità di rilanciare gli investimenti e la crescita in Europa.

Ricevuti il 20 ottobre a Berlino dai loro colleghi tedeschi, il ministro delle finanze e quello dell’economia francesi hanno constatato che i tedeschi sono ormai preoccupati quanto loro dal rallentamento dell’attività dell’eurozona e dal pericolo che rappresenta per tutta l’Unione, inclusa la Germania che esporta il 50 per cento dei suoi prodotti verso i paesi della moneta unica.

Michel Sapin ed Emmanuel Macron hanno rilevato un cambio di atteggiamento a Berlino, dove la debolezza della crescita non è più considerata un problema passeggero ma una realtà che ha bisogno di una risposta concertata, e dove il ricorso all’investimento pubblico non è più ostacolato.

Segno dei tempi, i partiti della grande coalizione al potere, la sinistra e anche la destra, chiedono più investimenti a scapito di altre spese.

La diagnosi è insomma condivisa, e i quattro ministri hanno stabilito che Francia e Germania devono presentare in breve tempo proposte comuni per l’uso dei 300 miliardi di euro di investimenti annunciati dal nuovo presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, investire negli ambiti prioritari e impegnarsi nelle collaborazioni tra il pubblico e il privato.

La Germania è pronta a concentrarsi sul digitale, la transizione energetica e i trasporti e, come la Francia, spera che l’Unione europea investa non solo nel digitale e nell’energia ma anche nella ricerca.

Siamo ancora agli inizi. I due economisti (uno francese e l’altro tedesco) incaricati di scrivere un rapporto sul rilancio della crescita presenteranno le loro conclusioni a metà novembre, e i governi dei due paesi si riuniranno il 1 dicembre con i funzionari delle rispettive banche centrali per formalizzare le loro posizioni.

Questa evoluzione, cominciata in estate, è accelerata dal rallentamento dell’economia tedesca. Bisogna ancora terminare il processo. Non sarà facile, ma facendo di necessità virtù Parigi e Berlino ci riusciranno nei prossimi mesi.

L’Europa intanto si prepara a cambiare rotta, e nell’immediato questo riavvicinamento aiuterà la Francia a convincere la Commissione europea ad accettare un deficit di bilancio ben superiore al 3 per cento del prodotto interno lordo fissato come soglia massima dai trattati.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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