15 luglio 2013 11:21

Cose che fanno ridere/3

Il nostro stand-up comedian più dotato, Daniele Luttazzi, si è perso non tanto perché ha rubato un mucchio di battute a un mucchio di comici americani quanto per il modo sguaiato in cui si è difeso dalle accuse di plagio: spacciando teorie cervellotiche sulla “citazione dissimulata”, citando Greimas con effetti da supercazzola (“la battuta delinea l’arci-isotopia | insulto | che è allotopica rispetto all’arci-isotopia isotopia | domanda | della premessa”). Sarebbe stato meglio ammettere la colpa, far passare qualche anno, voltare pagina.

Comunque per un po’, se non per sempre, Luttazzi è fuori gioco, ed è un vero peccato, perché era bravissimo. Chi resta?

In Italia, direi nessuno. Salire su un palco, parlare e far ridere in continuazione (diciamo almeno due volte al minuto) per mezz’ora o per un’ora – mi pare che non ci sia nessuno, in Italia, che sia in grado di farlo. Gli sketch di Zelig ovviamente sono un’altra cosa. E sono un’altra cosa anche i personaggi inventati da Corrado Guzzanti o i sogni/incubi di Antonio Rezza. Perciò, se interessa l’articolo (a me interessa: gli stand-up comedians sono ai primi posti nella lista delle persone che ammiro di più: su un palco da soli, con le luci addosso, davanti a un pubblico vero, e cercare di farlo ridere, e riuscirci – se non è questa la bravura, anche in senso etimologico, che cos’è?), se interessa l’articolo bisogna cercare all’estero, e per quanto ne so io soprattutto in Gran Bretagna e negli Stati Uniti (in Wikipedia c’è una lista di stand-up comedians di tutto il mondo, ma credo che non sia attendibile perché per l’Italia è inattendibilissima).

YouTube rende il viaggio molto agevole, e a volte non è nemmeno necessario sapere l’inglese perché qualcuno – con quel disinteresse che fiorisce ovunque in rete, e che continua a sconcertarmi (io non lo farei mai) – ha sottotitolato alcuni dei filmati. Sarebbe un lungo elenco, che comincerebbe forse con George Carlin, 1937-2008, che molti stand-up comedians americani oggi citano come maestro, ma qui, per cominciare, faccio un po’ di pubblicità ai miei tre preferiti. Se avete un’oretta, è tempo speso a ridere, quindi è tempo ben speso.

Al terzo posto c’è Bill Hicks (1961-1994). Hicks è morto giovanissimo, a 32 anni, per un cancro al pancreas. I video del 1993-1994 fanno molto ridere, come tutti gli altri, ma si guardano con pena, perché Hicks ha proprio un’altra faccia e un’altra corporatura rispetto a quelle che aveva prima della malattia. Dunque è meglio evitarli. Invece è da vedere la puntata del Letterman Show del 2009 in cui Letterman si scusa con la madre di Hicks per aver deciso, nel 1993, di non mandare in onda l’intervento registrato dal figlio Bill perché troppo forte/aggressivo/insultante: “Un giudizio sbagliato da parte mia”, ha ammesso Letterman. Ecco il video, che (da 11.30 in poi) contiene anche il clip di Hicks del 1993, che è davvero divertente (e sì, meravigliosamente forte/aggressivo/insultante):

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Qui la sola performance di Hicks con sottotitoli in italiano:

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Hicks è il più politico dei tre, il più ateo, il più arrabbiato, il più a sinistra. In tutto questo è il vero erede di George Carlin. Qui (con sottotitoli in italiano) se la prende coi pubblicitari:

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Qui (con sottotitoli in italiano) se la prende coi fondamentalisti cristiani:

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Al secondo posto metto Louis CK, vero nome Louis Székely (la famiglia del padre veniva dall’Ungheria). Louis CK ha fatto una lunga gavetta nei pub e nei teatrini, ma da quattro o cinque anni è diventato molto famoso perché su FX, il canale di Fox che trasmette soprattutto serie tv, gira una serie (Louie) che lui scrive, dirige e interpreta, e che parla delle disavventure di uno stand-up comedian divorziato con due figlie, cioè ovviamente una versione ancora più farsesca del già farsesco Louis CK originale. La serie tv è molto bella e la si può vedere anche a pezzi su YouTube perché è fatta di sketch; ma il meglio sta sempre nelle esibizioni sul palco. Louis CK appartiene al genere dei comici che prendono in giro se stessi e i propri difetti: grasso, calvo, sfortunato con le donne. A parte questo, eccelle in quella che è la virtù principale dell’umorista, cioè l’osservazione delle cose di tutti i giorni. Dopo averlo ascoltato non si entra più con lo stesso spirito da Starbucks o alle poste o in un asilo, cioè si entra sorridendo. Dice una quantità impressionante di parolacce – anche quando parla di bambini, soprattutto quando parla di cose celestiali e innocenti come i bambini – e a farla breve è difficile pensare che possa esistere un essere umano più simpatico di lui. Qui (con sottotitoli italiani) c’è una mezz’ora piuttosto rappresentativa:

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E qui i miei preferiti (ma senza sottotitoli). Uno su una maglietta con la scritta Awesome Possum, e l’incidente di cui è all’origine:

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Uno sulla figlia di quattro anni (“She’s four, and she’s a fucking asshole”):

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E uno – terribile, terribile, terribile – che parla insieme dell’11 settembre e della masturbazione:

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Il primo posto devo darlo a

Ricky Gervais, non perché sia più bravo di Louis CK come stand-up comedian (sono tutti e due diversamente perfetti), ma perché oltre a salire sul palco per far ridere, Gervais ha fatto ridere attraverso i film (The invention of lying, Ghost town) e, soprattutto, le serie televisive (The office, Extras, Life’s too short), che sono quanto di meglio, del genere, si sia mai visto in tv, una specie di equivalente comico dei Sopranos sia per qualità sia per influenza su chi è venuto dopo. In YouTube si trovano, a pezzi e per intero, con e senza sottotitoli, i suoi monologhi teatrali. Gervais costruisce di più e meglio rispetto a Hicks e a Louis CK, ed è più vario di loro, e recita meglio di loro. Hicks e Louis CK, e in generale tutti gli stand-up comedians, parlano di sé, della loro vita; Gervais fa anche questo, ma i suoi show sono divertenti soprattutto perché per gran parte del tempo Gervais fa del vero teatro, cioè racconta delle storie immaginarie che hanno come protagonisti personaggi che non sono lui. Personaggi reali – ecco qui (con sottotitoli in italiano) un breve, delizioso dialogo tra Friedrich Nietzsche e Adolf Hitler sul tema Soluzione finale:

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E personaggi di fantasia, come un padre e una figlia africani che muoiono di fame e sete (senza sottotitoli):

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O come il primo essere umano contagiato dall’aids (senza sottotitoli):

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Film, serie tv e stand-up comedy hanno fatto diventare Gervais molto molto molto famoso anche negli Stati Uniti, il che è molto molto molto raro. In rete trovate varie sue apparizioni da Letterman. E anche la collezione dei suoi interventi agli Emmy e ai Golden Globes. Qui, con sottotitoli, quello di cui si è infinitamente parlato nei media americani tre anni fa – se lo vedete capite perché:

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