07 novembre 2012 22:05

“Papà, chi è questo signore?”. Si chiama Barack Obama, ed è la persona più importante del mondo.

Durante il discorso con cui il presidente americano ha festeggiato la sua rielezione, in casa nostra è sceso un religioso silenzio. I miei tre figli, compreso quello di un anno, devono aver capito che per i loro papà quello era un momento importante. Quello che non hanno capito è che era un momento ancora più importante per loro tre.

I nostri bambini sono nati in Ohio, l’anonimo stato del Midwest che finisce puntualmente sotto i riflettori durante le campagne elettorali. Perché, lo sanno tutti, chi vince in Ohio vince le presidenziali.

Nei giorni scorsi ho cercato di spiegare ai nostri amici dell’Ohio quanto fosse importante per noi che fosse rieletto Obama. E non stavo parlando di princìpi astratti, ma di conseguenze reali sulla vita quotidiana di noi cinque, qui in Svizzera, a quattromila chilometri di distanza dalla Casa Bianca.

Perché, se la persona più importante del mondo dice in tv che due uomini o due donne hanno il diritto di sposarsi e di crescere insieme i loro figli, mette in moto un cambiamento a catena che arriva giù, giù fino alle maestre dei nostri figli, fino ai nostri vicini di casa, fino ai politici che il mese prossimo a Berna dovranno decidere se ai nostri bambini sarà finalmente riconosciuto il diritto di avere due genitori a pieno titolo.

Come ha detto tra le lacrime l’attore americano Jesse Tyler Ferguson, uno dei papà gay del telefilm

Modern family, “se a quattordici, quindici anni, mentre ero seduto a guardare la tv con i miei genitori, avessi sentito il presidente degli Stati Uniti dire che era a favore dei matrimoni gay, la mia vita sarebbe stata molto diversa. Non ho idea se lui si rende conto di quante vite sta cambiando dicendo questa semplice frase. Sta letteralmente salvando delle vite”.

E se poi nello stesso giorno a Madrid la corte costituzionale conferma la validità della legge sui matrimoni omosessuali in Spagna, gli stati americani del Maryland, Washington e Maine approvano via referendum le nozze gay, la Francia mette a punto il progetto di legge per permettere alle persone dello stesso sesso di sposarsi e adottare dei figli, allora vuol dire che la reazione a catena sta già funzionando a pieno ritmo.

Eppure, anche se si potrebbe pensare che questo cambiamento stia arrivando dall’alto, in realtà non è così: il cambiamento arde da decenni come brace all’interno della società. A metterlo in moto sono stati i pionieri della lotta dei diritti lgbt alla fine degli anni sessanta, i primi gay pride degli anni settanta, le vittime dell’epidemia di aids degli anni ottanta, le ragazzine e i ragazzini che hanno fatto coming out negli anni novanta e quelli che hanno avuto il coraggio di sposarsi e costruirsi una famiglia negli scorsi anni.

Questa miriade di piccoli eroi sconosciuti hanno eroso dall’interno il pregiudizio, che finalmente comincia a sgretolarsi come un castello di sabbia. E come accade per ogni epoca, sono i piccoli eroi sconosciuti che cambiano davvero la storia. Sono loro, e non i loro presidenti, le persone più importanti del mondo.

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