07 ottobre 2014 23:17

Una manifestazione delle sentinelle in piedi. (Sentinelle in piedi)

Lo scorso luglio, mentre mi trovavo sospeso in un trasloco da un paese all’altro, ho passato un mese a Roma, a casa dei miei. E, come se fossi tornato indietro nel tempo, tutte le mattine ho preso il motorino e sono andato a lavorare nella redazione di Internazionale, come facevo prima di partire.

In questi ultimi anni ho osservato l’Italia come un bambino con la faccia appiccicata alla vetrina di un negozio di caramelle, vedendo quello che succedeva attraverso i siti dei giornali e i blog, ma senza poter toccare davvero le notizie. I forconi, Matteo Renzi, il grano saraceno: leggendo le notizie online ho sempre difficoltà a capire se si tratta di fatti rilevanti o passatempi della stampa.

Ritrovarmi per un po’ di nuovo all’interno di un giornale mi ha aiutato a rinfrescare la mia prospettiva degli eventi.

Per esempio una mattina ho chiesto a una collega di Internazionale cosa ne pensasse delle sentinelle in piedi. “Le sentinelle cosa?”, ha risposto lei. Io ho tirato un sospiro di sollievo, e le ho detto: “Niente, niente, lascia stare”. Mi sono rallegrato che non sapesse nulla di quegli strani e tristi individui che si danno appuntamento nelle piazze per leggere in silenzio un libro mentre manifestano contro i diritti altrui.

Interessandomi da vicino di diritti civili, per me erano un fenomeno preoccupante da tenere d’occhio, ma poi ho capito che in realtà le sentinelle in piedi in Italia non le conosceva nessuno. E così per settimane ho evitato accuratamente di nominarle, né sul serio né per scherzo; non ne ho scritto neanche un tweet, perché qualunque forma di pubblicità sarebbe stato un regalo a quegli squallidi individui.

Ora però a fargli quel regalo ci ha pensato qualcun altro, andando a disturbare una di queste veglie funebri domenica scorsa e facendole finire sul giornale (e inoltre offrendo a qualche attivista dalla tastiera creativa l’occasione di scrivere che “a Bologna, centri sociali e lobby lgbt hanno picchiato indiscriminatamente madri e padri di famiglia”).

Non che nessuno ne dubitasse, ma questa immeritata esposizione mediatica ha confermato che il livello intellettuale di queste persone è bassissimo. Il principale argomento contro il matrimonio egualitario che gli ho sentito ripetere nelle interviste è che “se fai sposare due uomini poi nulla vieta che qualcuno chieda di sposarsi con un maiale”. Un raffinato sillogismo aristotelico che fa crollare con una sola frase tremila anni di cultura occidentale.

Le sentinelle in piedi sono un fenomeno inquietante, che non va sottovalutato. Sono pochi - il loro metodo di spargersi in una piazza a un metro di distanza l’uno dall’altro rende rilevanti raduni di pochi decine di persone che altrimenti passerebbero del tutto inosservati - ma in un periodo di dura crisi economica come quello che attraversa l’Italia, la violenza reazionaria delle loro idee è come un fiammifero in un pagliaio. Questo lo sa bene il signor Vladimir Putin, che utilizza l’omofobia come fosse un accendino.

Io francamente spero di non doverne più parlare, e in questo senso oggi il regalo me l’ha fatto il ministro Alfano, che ha annunciato l’invio alle prefetture di una circolare per invalidare il riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso che si sono sposate all’estero. Così facendo, sta costringendo il Partito democratico ad affrontare la questione, magari perfino spingendo qualche politico di sinistra a dire (e fare) qualcosa di sinistra.

E ieri è arrivata la notizia che la corte suprema statunitense ha spianato la strada all’introduzione del matrimonio egualitario in altri undici stati, portando a trenta il numero di quelli in cui tutti gli americani potranno sposarsi. Come a dire: sentinelle? Potete rimettervi sedute, grazie.

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