28 marzo 2012 11:54

Dieci giorni dopo la strage di Tolosa compiuta dal giovane fanatico islamico Mohamed Merah - che prima di uccidere a sangue freddo un professore e tre bambini ebrei nella scuola Ozar-Hatorah aveva ucciso tre militari - la Francia è ancora sconvolta e s’interroga sulle conseguenze politiche di questi eventi.

Nel 2004 l’emozione provocata tre anni prima dagli attacchi del 11 settembre aveva contribuito alla rielezione di George W. Bush. In piena campagna elettorale, gli attentati del 11 marzo 2004 a Madrid hanno messo fine alla carriera del primo ministro uscente, José María Aznar, che pure era dato largamente in testa nei sondaggi. La fretta nell’indicare i terroristi baschi dell’Eta come responsabili delle bombe aveva screditato il premier spagnolo e permesso l’elezione del socialista José Luis Zapatero. Due anni prima, in Francia, la diffusione in tv di un servizio su un fatto di cronaca che mostrava un anziano maltrattato da un gruppo di ragazzi aveva rilanciato poche ore prima del voto per le presidenziali il tema dell’insicurezza, favorendo il candidato dell’estrema destra Jean-Marie Le Pen a scapito del premier, il socialista Lionel Jospin.

Da mesi impopolare e dato come largamente sconfitto nei sondaggi rispetto al candidato socialista François Hollande, Nicolas Sarkozy - che ha sempre fatto della sicurezza il suo cavallo di battaglia - potrebbe così essere rilanciato nella corsa all’Eliseo (il primo turno sarà il 22 aprile). È vero che stanno emergendo le prime critiche sull’operazione della polizia e soprattutto i primi dubbi sull’attività dei servizi che avrebbero dovuto controllare Mohamed Merah. Ma gli eventi, la gestione della crisi, la solennità con cui ha partecipato ai funerali dei soldati hanno ridato al capo dello stato un po’ dello smalto perduto.

I primi sondaggi dopo la strage non evidenziano un grande balzo in avanti, ma confermano che il distacco con il favorito François Hollande si è ridotto. E Sarkozy spera di continuare a capitalizzare la vicenda. Ha rimesso in primo piano la lotta contro il terrorismo e la politica sulla sicurezza senza poter essere accusato di voler distrarre l’opinione pubblica dai gravi problemi economici e sociali che appesantiscono il bilancio del suo mandato.

Il suo consigliere personale, Henri Guaino, rilancia lo spauracchio dell’immigrazione incontrollata, della difficoltà di integrare gli stranieri già presenti sul territorio e del fondamentalismo islamico per conquistare, come nel 2007, i voti dell’estrema destra, finora orientati verso la figlia di Le Pen. I politici dell’Ump (il partito di Sarkozy), non perdono occasione per attaccare la debolezza della personalità di Hollande per rimarcare quanto Nicolas Sarkozy ha saputo essere presente ed efficace nell’emergenza.

Per ora il candidato socialista non ha fatto passi falsi. Per esempio ha saputo abbassare i toni della campagna elettorale di fronte a una tragedia come quella di Tolosa. Rimane in testa ai sondaggi per il secondo turno, con un vantaggio di circa otto punti. Continua a beneficiare dell’ostilità verso Sarkozy accumulata negli ultimi anni: il presidente nel 2007 aveva promesso molto, aveva fatto sognare tanto e alla fine deluso altrettanto.

Però se Sarkozy dovesse rilanciare la sua campagna grazie ai fatti di Tolosa, François Hollande rischia di arrivare al voto in grande difficoltà. Senza un progetto convincente di politica interna ed europea, la forza del candidato socialista sta principalmente nel fallimento dell’esperienza di Sarkozy, soprattutto in campo economico. Guardando l’altro versante delle Alpi, dove si è pensato di poter vivere solo di antiberlusconismo, la sinistra francese avrebbe fatto bene a fare delle proposte concrete e indicare una visione ambiziosa del futuro, per evitare di arrivare al 22 aprile con l’angoscia del colpo di coda del presidente-candidato.

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