01 luglio 2013 11:53

Renato Accorinti dopo la vittoria. (Francesco Saya, Ansa)

È il personaggio più atipico mai eletto sindaco di una grande città. Ed è uno dei pochissimi italiani a non possedere un cellulare. Renato Accorinti, il nuovo sindaco di Messina, ha indossato la fascia tricolore sulla maglietta arancione con la scritta “No ponte”, sta seduto scalzo sul divano del suo nuovo ufficio e telefona con un cellulare che gli ha prestato un amico. “Ora dovrò adeguarmi”, sospira con un tono dispiaciuto.

L’insegnante di educazione fisica celebra il suo sorprendente successo come “una vittoria della bicicletta sulla Ferrari”. Il suo rivale del centrosinistra, Felice Calabrò, al primo turno aveva mancato la vittoria per soli 59 voti. Dopo che Beppe Grillo aveva fatto saltare l’accordo con la sua lista, Cambiamo Messina dal basso, il successo di Calabrò era dato per certo. Ma contro ogni previsione Accorinti ha vinto con il 52,7 per cento dei voti. Cinquantanove anni, barba bianca, Accorinti da quarant’anni è un attivista instancabile della difesa dei diritti civili, dell’ambiente, della lotta alla mafia. Un pacifista convinto, mai iscritto a nessun partito, sindacato o associazione.

Come fondatore del movimento contro il ponte, nel 2002 si era arrampicato sul pilone di Torre Faro esponendo striscioni a 220 metri di altezza. Ha manifestato contro il muro di Berlino, contro la base Nato di Comiso e per la riconversione delle aree militari: “Ho preso per quarant’anni calci in faccia per difendere i beni comuni e i diritti degli ultimi. La nostra vittoria riscatterà tutti quelli che hanno mantenuto la schiena dritta”.

Buddista, vegetariano, ciclista convinto, Accorinti - che ha incontrato due volte il dalai lama - ha già abbattuto “il muro che separava il municipio di palazzo Zanca dai cittadini”. Ha fatto togliere la vetrata che impediva l’accesso al municipio e ha abolito la scorta di vigili urbani: “I cittadini devono occupare il comune con le loro idee”. Sorride soddisfatto all’idea di aver battuto un candidato appoggiato dall’ex sindaco e parlamentare Pd Francantonio Genovese,  uno degli uomini più potenti della Sicilia e indagato per associazione a delinquere: “A mani nude abbiamo sconfitto le portaerei con le testate nucleari”. Accorinti, che non possiede cravatte e aveva nominato

i suoi otto assessori già prima del ballottaggio, ha già rinunciato allo stipendio per la sua nuova carica.

Arrivato alla prima seduta della giunta in bici indossando jeans, maglietta, sandali e zainetto, è stato festeggiato e applaudito da un folla di sostenitori. E ha minacciato: ”Tolgo l’amicizia a chi mi chiama sindaco”.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it