29 ottobre 2013 13:23

Michaela Biancofiore e Silvio Berlusconi in parlamento, il 3 agosto 2011. (Tiziana Fabi, Afp)

“Il Pdl rilanciato da Berlusconi è così forte che potrebbe candidare anche una capra e sarebbe eletta”, ha sostenuto Michaela Biancofiore pochi mesi fa alla presentazione del nuovo organigramma altoatesino. Una cosa è sicura: con una capra in lista, le elezioni di domenica non potevano andare peggio. La bionda amazzone ha incassato in casa sua una vera batosta elettorale.

In Trentino, dove il centrodestra alle ultime regionali aveva il 36,5 per cento, Forza Italia locale precipita al 3,8. In Alto Adige, dove il Pdl nel 2008 era arrivato all’8,3 per cento, il partito non conquista neanche uno dei 35 seggi del consiglio provinciale. Artefice del risultato è Biancofiore, figura di spicco del centrodestra nella regione, dove nel corso degli anni ha fatto litigare tutti. I conflitti erano talmente accesi che il partito si è visto costretto a spedire a Bolzano Francesco Nitto Palma come commissario per placare gli animi. Per liberarsi della sua figura ingombrante si sono formati cinque partitini di destra che si sono presentati a un elettorato arcistufo delle risse quotidiane.

La lista delle gaffes e dei litigi della bolzanina dall’autostima sconfinata è lunga. In aprile, su pressione del Pdl, è stata nominata da Enrico Letta sottosegretaria alle pari opportunità e rimossa dopo appena due giorni per le sue dichiarazioni omofobe. Qualche mese fa ha scelto come più giovane dirigente nazionale del Pdl il diciannovenne Alessandro Bertoldi, i cui scivoloni sono finiti anche sui giornali internazionali, costringendo Biancofiore a nominare sua sorella Antonella come tutor del promettente rampollo che, come la sua sponsor, non pecca di modestia: “Sono io il nuovo Silvio”,

scrive sul suo sito.

Biancofiore ritiene Mussolini un “grande uomo della storia” e ricorda ai suoi compaesani le loro origini barbare: “Forse gli italiani non sanno che quando arrivò il fascismo qui c’erano ancora le fogne a cielo aperto”. Sulla serie di aneddoti penosi si potrebbe sorvolare se la parlamentare non fosse la personificazione dei cortigiani che ruotano intorno a Berlusconi. Personaggi che splendono di luce riflessa. “Ma chi l’ha promossa in terza elementare?”, si è chiesto allibito Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera. È ovvio che Biancofiore non pagherà per la bruciante sconfitta elettorale. “Paghiamo le scelte romane”, si giustifica. “Gli elettori non hanno capito come si possa destituire il proprio sottosegretario perché troppo berlusconiano”.

Il primo incontro con il Cavaliere se lo ricorda come un “marchio a fuoco sulla pelle”. Da allora ritiene di essere la sua fidanzata: “L’anello di brillanti Damiani che mi ha regalato Berlusconi lo porto alla mano destra, senza mai toglierlo. Perché in fondo sono fidanzata con lui, da sempre”. E, ovviamente, ritiene che lei sarebbe una ministra perfetta.

Giusto ieri Barbara Berlusconi si è sfogata sui personaggi di corte del padre, sul giro di quelli che agiscono per ottenere poltrone e potere: “Il loro interesse privato, unito a una palese inadeguatezza, oggi si manifesta in una totale assenza di idee e contenuti politici”.

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