22 maggio 2014 11:23

L’immagine che l’Italia offre in campagna elettorale è surreale.

Un ex premier condannato per evasione fiscale che accusa Beppe Grillo di essere un evasore e promette dentiere gratis ai pensionati e una pensione di mille euro alle casalinghe. Grillo si augura la lupara bianca per “l’ebetino” Matteo Renzi e poi, a pacche sulle spalle, entra nel salotto televisivo di Bruno Vespa, che in precedenza aveva attaccato come moderatore più fazioso del paese. Renzi fa la campagna elettorale tra cyclette e tapis roulant a Forlì, scagliando frecce contro “i buffoni”. Gianroberto Casaleggio annuncia: “Se vinciamo, il giorno dopo chiederemmo un nuovo presidente della repubblica al quale chiederemmo di indire nuove elezioni”, senza spiegare come un movimento con 40 senatori su 320 possa licenziare un presidente. Ma intanto si autopropone come ministro per l’innovazione.

Surreale anche la questione dei sondaggi, la cui pubblicazione è proibita, ma basta cliccare su siti come

notapolitica.it, dove gli ultimi dati sono mimetizzati come gare ippiche: “Vince il Cavallo condotto magistralmente dal sempre loquace Fan Faròn in 32””, rintuzzando gli attacchi del cavallo pentastellato che nonostante la presenza televisiva del suo fantino al prestigioso approfondimento “Stalla a stalla” si ferma a 26””. Oppure sul sito youtrend.it, dove le proiezioni sono inserite nelle “Voci del concistoro europeo”: “Il giovane e ambiziosissimo cardinale di Firenze condurrebbe la Corsa per un solo vescovo (29 porporati) contro il riccioluto e spumeggiante Camerlengo di Genova con 28”.

Nel quotidiano carnevale di insulti, promesse bizarre e isterismi, la deriva populista sembra inarrestabile e fa balenare sogni irreali come quello dell’uscita dall’euro.

Ovviamente la colpa della grave crisi è sempre di Bruxelles, di Angela Merkel, dell’euro. Mai del fatto che l’Italia nell’ultimo ventennio non ha realizzato le necessarie riforme strutturali per rendere il paese competitivo nell’Unione europea. Ne è prova l’ennesimo teatrino sul pagamento della Tasi che fa da sfondo alla rissosa campagna elettorale, che non si occupa del paese reale, ma si limita a scambi di accuse e minacce di crisi di governo. Tutto questo non deve stupire in un paese in cui Silvio Berlusconi può sostenere in tv di aver mantenuto tutte le promesse: “Credo di essere stato un ottimo governante. In nove anni ho fatto più io di tutti i governi precedenti”.

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