06 giugno 2014 12:02

Negli Stati Uniti è in corso una guerra tra Amazon e Hachette, uno dei cinque più importanti editori del paese, di proprietà del gruppo francese Lagardère. Alcuni fanno notare che è una guerra tra giganti che ha come unico obiettivo i soldi. È vero, ma di mezzo ci sono i libri, che non sono prodotti come gli altri. Oggi Amazon controlla circa il 50 per cento del mercato cartaceo e digitale dei libri venduti negli Stati Uniti.

La disputa con Hachette riguarderebbe il prezzo degli ebook, e in particolare il forte sconto che Amazon vorrebbe applicare, riducendo il margine di guadagno dell’editore (bisogna usare il condizionale perché né Amazon né Hachette hanno chiarito esattamente i termini del contenzioso). In questa storia ci sono almeno due aspetti che vale la pena sottolineare. Uno è che Hachette è il primo dei grandi editori a essersi seduto al tavolo dei negoziati con Amazon: il risultato della trattativa avrà conseguenze per tutti, grandi e piccoli. L’altro è che Amazon ha scelto la linea dura, e per fare pressione su Hachette ha sospeso o reso molto difficile la vendita dei suoi libri, con un danno per l’editore facilmente immaginabile.

Alcuni degli incredibili vantaggi di Amazon (prezzi bassi, consegne gratuite, grandissima varietà di titoli in tutte le lingue eccetera) hanno dei costi non immediatamente visibili. Ne sanno qualcosa i dipendenti che lavorano nei grandi depositi dell’azienda con turni massacranti e stipendi bassissimi. E cominciano a saperne qualcosa anche i clienti, almeno negli Stati Uniti, che non possono più comprare i libri di un certo editore. È una battaglia che Amazon dice di combattere nel nome dei lettori per ottenere prezzi sempre più bassi. I lettori, però, non sono interessati solo a spendere il meno possibile: sono interessati soprattutto a essere liberi di scegliere i libri che vogliono, forse anche a costo di pagarli un po’ di più.

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