17 maggio 2012 00:00

Paul Krugman, La coscienza di un liberal

*Laterza, 308 pagine, 10 euro *

L’ultimo suo libro pubblicato in italiano è questa edizione economica di La coscienza di un liberal, uscito per la prima volta nel 2007, prima che il suo autore fosse insignito del premio Nobel per l’economia, prima che la crisi che andava annunciando si manifestasse con violenza, e prima che Obama diventasse presidente, segnando una discontinuità in quella tendenza politica che patrocinando le politiche più liberiste e più lesive dei diritti dei lavoratori, aveva gettato le fondamenta per il disastro in cui ancora oggi ci troviamo. Da allora Krugman ha continuato a scrivere i suoi editoriali, a prendere posizione, a spiegare che l’unico modo per uscire dalla crisi è ritornare a promuovere politiche che incoraggino l’occupazione (anche quella pubblica), il welfare e l’eguaglianza.

Sull’ultimo numero della New York Review of Books annuncia un libro imminente, dal titolo parlante,

End this depression now! (Norton), e ne riassume i contenuti: dalla crisi si può uscire, e anche in fretta, basta abbandonare la politica dell’austerity e mettersi a favorire la spesa in tutti i modi possibili. A impedire uno sviluppo in questo senso ci sono però, da un lato, la fiducia eccessiva che gli economisti hanno nei confronti della riduzione del deficit, dall’altro i più ricchi e le forze politiche (negli Stati Uniti, in primo luogo, i repubblicani) che ne difendono gli interessi.

Internazionale, numero 949, 18 maggio 2012

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