15 ottobre 2013 14:46

Non vuole essere un simbolo e lo fa sapere. Mario Balotelli, il “bad boy” del calcio italiano, ne ha fin sopra i capelli di essere sempre al centro dell’attenzione. Non è certo il tipo da lamentarsi se viene strattonato per la maglia rossonera del Milan ogni fine settimana o per quella azzurra della nazionale, che gli deve molto per la qualificazione ai Mondiali del 2014 in Brasile. Del resto questo è il suo mestiere, e lo fa a suo modo, con talento e provocazione. Ma non vuole che gli vengano chieste altre cose.

Così mentre gli uomini di Cesare Prandelli, l’allenatore della nazionale, devono disputare il 15 ottobre un incontro relativamente importante con l’Armenia a Napoli, e la presenza di Super Mario in campo è incerta a causa di un problema intestinale, la Gazzetta dello Sport ha anticipato in questo titolo: “Balotelli sta male ma parte per Napoli: sarà un simbolo anticamorra”.

Subito è arrivata via Twitter la risposta del diretto interessato:

La sera stessa, al culmine del nervosismo, ha aggredito un operatore di una rete televisiva di Berlusconi e gli ha rotto un microfono. “Quando Mario nervoso, lui sempre fare così!”, come si dice nei fumetti di Tintin.

Anche se non è facile perdonare quest’ultimo gesto di nervosismo, capiamo bene invece il senso del suo tweet. Scuro di pelle, nato a Palermo nel 1990, adottato, Mario Balotelli concentra sulle sue giovani spalle alcuni dei problemi ricorrenti dell’Italia (il razzismo, l’integrazione, la delinquenza e così via). Tutti problemi di cui lui stesso è spesso vittima. Eterno fidanzato di ragazze procaci, amante delle Ferrari, il centravanti vuole essere solo se stesso, mentre gran parte della stampa e dei benpensanti della penisola vorrebbe vederlo come una sorta di coscienza del paese, simile a ciò che è stato Liliam Thuram in Francia.

Ma Balotelli è stato abbastanza fischiato sui campi da gioco a causa della sua pelle, gli sono state gettate abbastanza banane, è stato troppo spesso accolto con versi da scimmia, è stato spesso criticato per le sue frequentazioni poco raccomandabili per sapere quanto valgono i simboli. Lui non ha alcuna intenzione di tranquillizzare la coscienza di qualche moralista, vuole solo giocare a calcio.

Intanto domenica 13 ottobre ha segnato due gol in allenamento.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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