30 marzo 2013 23:40

Ma guarda te ‘sti due fetenti.

Eh, se me lo dicevi prima.

Viene in mente un derby milanoromano.

Viene in mente Mtv Celebrity Deathmatch.

Viene in mente un montaggio alternato da telefilm, tipo Attenti a quei due. Ma due grandi caratteristi, di quelli che dànno autenticità alla musica, la ancorano a un tempo, un luogo, un ambiente. Certi ceffi. Troppo fumo. E una colonna sonora strepitosa.

Uno, medico milanese. Il cabaret il Derby Cochi e Renato Beppe Viola Lambrate le motorette la scighera.

L’altro, califfo romanesco. La mala alla Magliana l’amatriciana la cocaina i dancing quante femmine all’alba.

Uno, portava i scarp del tenis.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

L’altro, le Barracuda.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Uno, “faceva il palo nella banda dell’Ortica”.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

L’altro, “nun vojo che de me ‘n giorno se dica:

eroe del sesso, cadde sulla fica”.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Uno: “Sì ma qui, che l’amore si fa in tre, che lavoro non ce n’è

l’avvenire è un buco nero in fondo al dramma

Sì, ma allora, ma che gioventù che è, ma che primavera è…

e la tristezza è lì a due passi, e ti accarezza e ride, lei”.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

L’altro: “Sì, lo so il primo bacio

il cuore ingenuo che ci casca ancora

col lungo abbraccio l’illusione dura

rifiuti di pensare a un’avventura.

Poi dici cose giuste al tempo giusto

e pensi il gioco è fatto è tutto a posto

sì, d’accordo ma poi… tutto il resto è noia”.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Uno: “Amami graffiami sgonfiami e amami sdentami stracciami applicami e dopo stringimi dammi l’ebbrezza dei tendini”.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

L’altro: “E ormai spasimavo dalla voja

me feci strappà pure la vestaja”.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Uno: “Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale

Vengo anch’io? No tu no

per vedere se la gente poi piange davvero

e scoprire che è per tutti una cosa normale

e vedere di nascosto l’effetto che fa”.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

L’altro: “Sì resto qui, tu stasera da solo che fai?
vengo co’ te, solo ’n po’ de fatica,
nun morirò mica
’n pajaccio da solo che fa?
Occhi tinti de blu
da stasera nun s’aprono più,moro co’ te, ’n pajaccio da solo nun po’ campà”.

Cioè, se ne sono andati Califano e Jannacci. 
Dài, così è ridicolo.
Che due pagliacci.
Che tristezza.Mortacci.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it