27 luglio 2012 11:03

Con il titolo “Vergogna!”, il mio amico Jumaa, 59 anni, ha pubblicato un articolo molto critico verso il governo di Nuri al Maliki e, in particolare, le sue politiche “immorali” nei confronti dei siriani che scappano dalle violenze in direzione del confine iracheno.

Nel suo articolo Jumaa accusava il primo ministro di essere “immorale” perché lui stesso, ai tempi in cui era all’opposizione, si era dovuto rifugiare in Siria. Jumaa ha chiesto agli iracheni che hanno trascorso un lungo esilio in Siria di protestare contro il governo e di accogliere i profughi siriani nelle loro case. Molti intellettuali hanno appoggiato il suo appello scrivendo un articolo con lo stesso titolo “Vergogna!”. Anche i capi religiosi di diverse città hanno annunciato che avrebbero infranto la legge aprendo le loro case ai siriani, che sono “fratelli per religione e nazionalità”.

Sotto pressione, il governo ha cercato di giustificare il rifiuto di accogliere i profughi citando l‘“instabilità, le temperature altissime del deserto sul confine siro-iracheno e la paura che insieme ai profughi arrivino anche dei terroristi”. Ma, dopo solo quattro giorni, ha deciso di cambiare rotta accogliendo i primi trecento siriani in fuga ad Al Qaym. A dargli il benvenuto, con una temperatura di 55 gradi, c’erano molte persone, compresi dei capi religiosi, che portavano cibo e acqua ai fratelli bisognosi.

Traduzione di Francesca Sibani

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