03 agosto 2016 19:00

Vicino a un fiordo nella Groenlandia occidentale, una centrale idroelettrica è in piena attività per l’acqua in arrivo dallo scioglimento dei ghiacciai. Quest’isola è il luogo più colpito dal riscaldamento globale, ma sta cercando di diventare uno dei pochi posti al mondo a trarne beneficio.

Fuori della centrale di Buksefjord, la più grande di cinque impianti idroelettrici realizzati dal 1993 in Groenlandia nel tentativo di sganciarsi dal petrolio importato, si possono vedere nuotare nell’acqua limpida i merluzzi, che di solito abbondano solo più a sud. Un operaio dell’impianto si prepara a coltivare patate e rape in una terra vicina al Circolo polare artico di solito troppo fredda per qualsiasi cosa a parte i licheni e le renne.

Danni globali e opportunità nazionali

L’isola nell’Atlantico del nord “sta sperimentando un nuovo modo di pensare”, afferma il ministro per l’ambiente Mala Høy Kúko, per trarre benefici dai livelli preoccupanti di scioglimento del ghiaccio che hanno segnato picchi record lo scorso mese di aprile, prima di un mese di maggio più freddo. Il “potenziale idroelettrico aumenterà ancora con il riscaldamento del clima”, ha dichiarato Kúko. La capitale Nuuk trae l’energia di cui ha bisogno dalla centrale di Buksefjord, a 56 chilometri di distanza. Sulla scrivania del ministro c’è la zanna lunga due metri di un narvalo, una balena nota come l’unicorno del mare.

Secondo un gruppo di esperti delle Nazioni Unite, il cambiamento climatico, provocato in larga misura dai gas serra prodotti dall’utilizzo di combustibili fossili, causerà danni economici in quasi tutte le regioni del mondo, con l’aumento di periodi di siccità, ondate di caldo e inondazioni.

Gli stati insulari collocati sul livello del mare, come le Maldive o Tuvalu, sono preoccupete per l’eventuale scioglimento della calotta polare groenlandese, spessa tremila metri: produrrebbe acqua sufficiente a far innalzare nei prossimi secoli il livello dei mari di sei metri.

Tuttavia, per i 56mila abitanti della Groenlandia, un’isola gigante grande un quarto degli Stati Uniti, lo scioglimento potrebbe sbloccare risorse congelate e aiutare l’economia, in particolare i settori della pesca, dell’agricoltura, quello minerario, dei cantieri navali e del turismo. “Purtroppo non posso lamentarmi e dire che il cambiamento climatico è un male, perché tutto sommato per la Groenlandia è vantaggioso”, dice Henrik Leth, a capo della più grande azienda privata della Groenlandia, la Polar Seafood, e presidente della confindustria groenlandese.

Il cambiamento climatico potrebbe accrescere le speranze dell’isola di sviluppare il settore minerario

I profitti al lordo delle imposte della sua azienda nel 2015 sono aumentati da 235 milioni di corone danesi (31,5 milioni di euro) del 2014 a 335 milioni (45 milioni di euro) grazie all’aumento del prezzo dei suoi prodotti principali, i gamberi e l’halibut della Groenlandia.

Il 90 per cento delle esportazioni dell’isola è composto di prodotti ittici e molti cacciatori e pescatori accolgono con favore i cambiamenti delle correnti (dovuti a quanto pare al riscaldamento globale) che hanno portato per la prima volta in vent’anni il merluzzo nella Groenlandia occidentale e lo sgombro in quella orientale.

Una manna per il turismo

Il primo ministro Kim Nielsen, a capo di un governo che gode di ampia autonomia nel regno di Danimarca, ha sottolineato “i pro e i contro” dello scioglimento dei ghiacci. Le regioni artiche si stanno riscaldando due volte più rapidamente rispetto alla media globale, in parte perché lo scioglimento di ghiaccio bianco e neve scopre un misto di terreno più scuro e acqua che assorbe ancora più calore.

Un iceberg su una spiaggia di Nuuk, in Groenlandia, il 5 giugno 2016. (Alister Doyle, Reuters/Contrasto)

Cosa ancora più preoccupante per gli abitanti della Groenlandia, lo scioglimento minaccia il sostentamento dei cacciatori indigeni del nord che usano le slitte trainate dai cani e dipendono dal ghiaccio per cacciare le foche. Anche alcuni edifici e aeroporti costruiti sul permafrost sono a rischio.

Lo scioglimento del ghiaccio potrebbe però aiutare il governo a raggiungere l’obiettivo di accrescere la quota di energia idroelettrica, passando dagli attuali due terzi al 90 per cento entro il 2030. Secondo gli esperti del governo, se le centrali potessero estrarre energia direttamente dalla calotta di ghiaccio, potrebbero alimentare una nuova fonderia di alluminio in fase di progettazione e miniere di minerali ferrosi. La centrale di Buksefjord, spiegano, riceve l’acqua da un lago alimentato in larga misura dalla pioggia e dalla neve sciolta, e in minima parte dai ghiacciai perenni.

Il cambiamento climatico potrebbe inoltre accrescere le speranze dell’isola di sviluppare il settore minerario, dalle terre rare al petrolio e al gas, anche se l’abbassamento dei prezzi ha fermato la maggior parte dei progetti in questa direzione. Lo scioglimento della neve e del ghiaccio rende meno complicata la prospezione e migliora l’accesso ai siti. “Aumenteranno le acque navigabili e per le aziende minerarie l’estrazione sarà meno costosa”, afferma Josephine Nymand, una scienziata del Greenland institute of natural resources. L’apertura delle vie d’acqua potrebbe rappresentare una manna anche per il settore turistico, offrendo ai visitatori la possibilità di godere di una vista migliore su ghiacciai spettacolari, come a Ilulissat.

Gli scienziati, inoltre, stanno studiando come sfruttare una parte dei miliardi di tonnellate di sedimenti di colore simile al latte che ogni anno finiscono in mare con l’erosione della calotta. “Potrebbero essere dragati e vendut nei paesi tropicali come fertilizzanti”, afferma Minik Rosing, docente di geologia all’università di Copenhagen.

Mutamenti repentini

Secondo gli economisti è difficile determinare gli effetti netti del cambiamento climatico per la Groenlandia, denominata così circa mille anni fa dai vichinghi, durante un periodo di caldo naturale.

Per esempio, il caldo e una stagione di crescita più lunga nella regione meridionale hanno causato una siccità che ha costretto alcuni coltivatori a trasportare verso terra gli iceberg agganciati in alto mare per avere acqua da usare nell’irrigazione. Il primo ministro Kim Kielsen, indicando il soffitto del suo ufficio alto circa tre metri, afferma che su a nord “solo quindici anni fa lo spessore del ghiaccio marino poteva raggiungere l’altezza di questa stanza”. In alcuni punti adesso è diventato troppo sottile perché ci si possa camminare sopra. A testimonianza dell’importanza dello spessore del ghiaccio per i trasporti, l’ufficio statistico della Groenlandia conta sull’isola circa 15mila cani da slitta, 4.033 autovetture, due motociclette e “zero chilometri di ferrovia”.

Pescatori al porto di Nuuk, in Groenlandia, il 1 giugno 2016. (Alister Doyle, Reuters/Contrasto)

Quest’anno però i cambiamenti del clima sono stati più repentini del solito e hanno messo a dura prova gli abitanti dell’isola, che pure si sono adattati ai cambiamenti climatici da sin da quando i primi uomini giunsero su questa terra dal Nordamerica 4.500 anni fa.

Molti residenti di Nuuk, 17mila abitanti in tutto, sono rimasti sconvolti quando gli organizzatori dei Giochi invernali dell’Artico ai primi di marzo, solitamente un mese nevoso, hanno dovuto produrre neve artificiale. Inoltre le temperature in aumento stanno sciogliendo il permafrost in luoghi come Kangerlussuaq, sul Circolo polare artico, dove si trova il principale aeroporto dell’isola. Nel 2012 poi, un’inondazione di acqua proveniente dallo scioglimento della calotta di ghiaccio ha trascinato via un ponte. “È stato un disastro”, dice Kim Ernst, ex cuoco del ristorante Roklubben, isolato per tre mesi.

I benefici tuttavia restano imprevedibili, come lo è il cambiamento climatico

In tutto il mondo i ghiacciai si stanno ritirando perché lo scioglimento estivo supera la quantità di neve che cade in inverno e che poi viene compressa fino a formare il ghiaccio. In molti paesi, dalle Ande all’Himalaya, questo provocherà danni alle centrali idroelettriche e all’irrigazione dei terreni.

Tuttavia, anche se secondo il Servizio meteorologico della Danimarca la Groenlandia perde ogni anno un totale di circa 300 miliardi di tonnellate di ghiaccio, le sue riserve sono pressoché inesauribili. Michael Pedersen, amministratore delegato della compagnia dell’azienda di energia elettrica statale Nukissiorfiit, afferma che quest’ultima sta progettando di costruire una nuova centrale idroelettrica per fornire energia alle città di Aasiaat e di Qasigiannguit, nella regione occidentale.

I benefici tuttavia restano imprevedibili, come lo è il cambiamento climatico. I pescatori a caccia di nuovi arrivi di pesce, per esempio, sono in balia di correnti mutevoli spesso piuttosto misteriose. “Tre settimane fa sono uscito a pesca e ho preso molti merluzzi”, racconta Tønnes Berthelsen, vicepresidente della Knapk, un’associazione di pescatori e cacciatori. “Ieri sono andato di nuovo a pesca ma non ne ho preso nemmeno uno”.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

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