24 gennaio 2013 16:36

Ho un amico che si traveste e sta pensando di cambiare sesso. L’ha rivelato a una sua amica che conosce da tanto tempo, ma che non vedeva da un po’, e questa amica in tutta risposta le ha detto di andare a casa sua travestito per scopare come matti e farle esplorare “il suo lato bisex”, o qualcosa del genere. Io le ho detto di farlo, perché penso che trasgredire i generi possa essere molto eccitante.

Ma ho trascurato di dirle che doveva farlo solo se si fidava di questa ragazza (che d’ora in poi chiameremo “Stronza Malefica”). Stronza Malefica si è tirata indietro appena il mio amico ha messo piede in casa sua. In compenso l’ha portato fuori a cena (travestito di tutto punto). Quando la mia amica me l’ha raccontato, ho pensato: “Ecco, Stronza Malefica ci ha ripensato, che palle”. Poi però Stronza Malefica si è messa a messaggiare un po’ di gente che non sapeva dei travestimenti della mia amica e l’ha sputtanata.

Allora lui ha detto a Stronza Malefica che quel che era successo tra di loro era una cosa privata, e Stronza Malefica le ha risposto “Ahahah, ok”, SOLO CHE POI si è messa a postare su Facebook una serie di foto della cena, in cui si vede la mia amica travestita. Io le ho detto di chiamare Stronza Malefica e dirle che in questo modo ha violato la sua privacy e tradito la sua fiducia. Stronza Malefica gli ha dato del frocio e gli ha sbattuto il telefono in faccia. Ora mi sento in colpa perché sono stato io a spingerlo verso Stronza Malefica. Cosa dovrebbe fare ora la mia amica? È andata in paranoia totale, e pensa che Stronza Malefica le abbia rovinato la vita.

Amico Di Travestito Tradito Da Stronza Malefica

Io qui vedo un gran minestrone di desinenze e pronomi, ADTTDSM. Il tuo amico prima è una lei, poi un lui, poi una lei, poi di nuovo un lui. Per cui userò il nome “Amic@” , anche se appesantirà un po’ la mia risposta, perché non sono riuscito a capire in che modo Amic@ si identifichi.

Vent’anni fa, Amic@ avrebbe potuto dire ai suoi genitori e agli amici che il travestimento era per ridere, e che non capiva come mai Stronza Malefica avesse dato quella versione distorta della loro serata. Ma siccome immagino che Amic@ e Stronza Malefica si siano scritti email, scambiati sms, spediti messaggi diretti su Twitter e via dicendo, Amic@ non dovrebbe dare a Stronza Malefica della bugiarda. Se lo facesse, Stronza Malefica ricambierebbe postando le email, gli sms e i messaggi su Facebook, e questo servirebbe solo a peggiorare la situazione.

Visto che non può rivoltare la frittata e che dando della bugiarda a Stronza Malefica peggiorerebbe le cose, Amic@ non ha modo di stroncare la questione sul nascere. Può solo affrontarla di petto. Ormai il fatto che si travesta è di dominio pubblico, e Amic@ dovrebbe affrontarlo con tutta l’eleganza e il coraggio di cui dispone. Paradossalmente, ADTTDSM, più Amic@ sembrerà a suo agio con il fatto che la cosa si sappia, meno saranno le persone a cui questa storia potrà essere rivelata contro la sua volontà. Se Amic@ tenta di tenerla nascosta, altre teste di cazzo si renderanno conto di poter fare del male ad Amic@ diffondendo la notizia. Se invece Amic@ si comporta come se non gliene potesse fregare di meno, diminuiranno le probabilità che qualche testa di cazzo ne parli in giro.

Conosco un po’ di persone a cui carogne come Stronza Malefica hanno riservato lo stesso trattamento – rivelando chi era gay, scambista, poliamoroso, con gusti strani o tutte queste cose insieme – ed è una cosa brutta, che fa male e che, sì, può anche stravolgere una vita. Ma la maggior parte di queste persone, un paio d’anni dopo, ripensava a quell’esperienza con… be’… non dico con gratitudine, però un bel giorno, svegliandosi, ha scoperto con sollievo di non sentire più lo stress di un segreto così grande. Forse si sentirà così anche Amic@ e a quel punto dovrà ringraziare proprio Stronza Malefica.

Nel frattempo, ADTTDSM, tu offri ad Amic@ il tuo sostegno, e mangia la faccia a chiunque provi a farl@ soffrire.

Ho letto la tua rubrica sulle ragazze evangeliche che si fanno “ingroppare” (ovvero fanno sesso anale per preservare la verginità). Io ho 21 anni e sono sessualmente attiva da quando ne avevo 14. Faccio sesso orale e anale. Non ho mai avuto rapporti vaginali, per cui tecnicamente sono ancora vergine. Il motivo per cui lo faccio non ha NIENTE a che vedere con la religione e tutto a che vedere con il desiderio di NON RIMANERE INCINTA. E poi sì, penso anche che la prima notte di nozze sarebbe carino offrire all’uomo che sposerò un regalo raro. E con l’esperienza che mi sono fatta in questi sette anni, sono convinta che in camera da letto riuscirò a mantenere il mio futuro marito appagato e felice.

Senza Nome

Il sesso anale è di fatto un efficacissimo metodo contraccettivo, ed esiste un solo caso noto di persona rimasta incinta facendo sesso orale (fatti un giro su Google e lo troverai subito.) Ma il rapporto anale è anche il modo più efficace per trasmettere l’hiv – 18 volte di più del rapporto vaginale – per cui spero che tu il preservativo lo usi lo stesso.

C’è poi un piccolo cavillo: se tecnicamente tu sei ancora vergine, SN, allora è ancora vergine, tecnicamente, pure mio marito. Proprio così. E invece no. Mio marito non è vergine tecnicamente né in altri modi, e nemmeno tu lo sei, SN. Sarà vergine la tua vagina, forse, ma tu sicuramente no.

Pauline “Dear Abby” Phillips

Sono cresciuto leggendo sia la rubrica Ask Ann Landers (pseudonimo di Eppie Lederer) sul Chicago Sun-Times che Dear Abby di Pauline Phillips sul Chicago Tribune. Ho sempre preferito la rubrica di Ann a quella di Abby – per chi non lo sa, erano sorelle gemelle – e in questo preciso istante scrivo dalla scrivania di Ann, che ho comprato a un’asta dopo la sua morte. Potrei quindi tranquillamente definirmi più fan di Ann. Ma ho molto rivalutato Abby dopo aver letto il meraviglioso necrologio di Margalit Fox sul New York Times (lo trovate qui: tinyurl.com/abbyobit). Si chiude con la risposta in due parole più famosa di tutta la sordida storia delle rubriche di consigli:

Cara Abby,

La vecchia villa di fronte a casa nostra è stata appena comprata e ristrutturata da due uomini che sostengono di essere padre e figlio adottivo. Adesso vediamo andare e venire a tutte le ore un assortimento umano alquanto sospetto: neri, bianchi, orientali, donne che sembrano uomini e uomini che sembrano donne. La nostra è sempre stata una delle zone più signorili di San Francisco, e questi eccentrici signori le stanno procurando una pessima reputazione. Cosa possiamo fare per risollevare le sorti del nostro quartiere?

Residenti di Nob Hill

Cari residenti: potreste trasferirvi.


Phillips la scrisse decenni fa – in un’epoca in cui spesso i maschi omosessuali adulti ricorrevano all’espediente di adottare i loro partner, altrettanto adulti, in quanto unico modo per garantire alle proprie relazioni una qualche tutela legale – e la gente la cita ancora oggi. Dubito che chiunque abbia una rubrica di posta dei lettori riuscirà mai a superarla. Le mie condoglianze a Jeanne Phillips, figlia di Pauline e attuale autrice di Dear Abby.

Lettori queer

Contribuite alla ricerca psicosociale facendo la vostra parte perché anche la comunità lgb venga inclusa in uno studio che si ripropone di esaminare gli effetti del rifiuto nella vita delle persone lgb. Servono adulti (dai 18 ai 49 anni) di qualsiasi orientamento sessuale per un importante studio sul rapporto tra orientamento sessuale, rifiuto e sistema dell’attaccamento. Per saperne di più e partecipare allo studio, visitate surveymonkey.com/s/attachmentandalienation. Grazie.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it