05 marzo 2015 20:16

La siccità che ha colpito parte della Siria tra il 2007 e il 2010 potrebbe aver contribuito al sorgere del conflitto scoppiato nel 2011. Secondo uno gruppo di ricerca angloamericano composto da Colin Kelley e colleghi, la Siria è stata colpita da una siccità durata tre anni, la più grave in circa un secolo di osservazioni. La diminuzione delle precipitazioni invernali e l’aumento delle temperature ha causato il calo dei raccolti e la migrazione della popolazione rurale verso le città. Secondo gli autori, è possibile che l’andamento del clima non sia frutto di una fluttuazione casuale, ma sia probabilmente dovuta al riscaldamento del pianeta di origine antropica.

Lo studio, pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, si è basato sui dati climatici ma anche su quelli satellitari della copertura vegetativa. Secondo gli autori, negli anni precedenti alla siccità le falde acquifere sotterranee sono state sfruttate in modo non sostenibile. Quando la siccità è cominciata, i pozzi erano già vuoti. La conseguente diminuzione dei raccolti avrebbe contribuito ad aumentare i prezzi degli alimentari e del mangime. A febbraio 2010 la siccità avrebbe fatto scomparire quasi del tutto il bestiame. La crescita demografica e l’abolizione dei sussidi alimentari ha spinto, secondo gli autori, grandi masse di popolazione alle periferie delle città, contribuendo all’instabilità del paese. Proceedings of the National Academy of Sciences

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