24 aprile 2015 19:38

Negli Stati Uniti sono aumentate le violazioni dei dati sanitari delle persone.

Tra il 2010 e il 2013 si sono verificati 949 eventi per un totale di oltre 29 milioni di dati violati. Sei di questi eventi hanno comportato la violazione di oltre un milione di dati ciascuno. Il fenomeno è in crescita: si è passati dai 214 eventi del 2010 ai 265 del 2013.

Gli archivi violati sono in genere elettronici. Particolarmente esposti sono i laptop e gli altri dispositivi portatili. Inoltre, sono in aumento l’hacking e l’accesso abusivo, passati dai 26 casi del 2010 ai 72 del 2013.

La diffusione degli archivi sanitari, soprattutto digitali, ha spinto il governo statunitense a creare un sistema di tracciamento delle violazioni. Il sistema registra gli eventi quali acquisizione, accesso, uso o pubblicazione illegale di dati sanitari riservati, sottostimando però il fenomeno, perché considera solo gli eventi che coinvolgono almeno 500 individui.

Considerata la rapida espansione dei database sanitari e l’atteso aumento dei servizi cloud offerti per l’analitica predittiva, i dati sanitari personali, i sensori relativi alle condizioni di salute, la tecnologia di sequenziamento del dna, “probabilmente si amplieranno la frequenza e l’obiettivo delle violazioni dei dati”, scrivono sul Journal of the American Medical Association gli autori, Vincent Liu, Mark Musen e Timothy Chou.

Secondo un editoriale della rivista, si dovrebbe dedicare al problema più attenzione di quanto finora fatto.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it