09 gennaio 2016 12:17

I geni ereditati dagli antenati neandertaliani e denisoviani potrebbero aumentare la risposta immunitaria delle persone. È la conclusione di due analisi genetiche indipendenti, pubblicate sull’American Journal of Human Genetic.

Uno studio, quello di Michael Dannemann e colleghi, ha paragonato il genoma nenadertaliano con quello moderno. L’altro studio, di Matthieu Deschamps e colleghi, ha utilizzato i dati del progetto 1000 Genomes, composto da una collezione di genomi moderni. I ricercatori sono arrivati alla stessa conclusione: i geni tlr1, tlr6 e tlr10 della popolazione attuale hanno un contenuto neandertaliano e denisoviano superiore a quello di altre parti del genoma. I tre geni producono i recettori toll-like, proteine poste sulla superficie delle cellule che riconoscono gli organismi estranei, come batteri e funghi. Questi geni sono alla base della risposta immunitaria e nella versione arcaica hanno un’attività maggiore.

Secondo i ricercatori, quando le popolazioni umane moderne provenienti dall’Africa hanno colonizzato l’Europa e l’Asia, si sono in parte mescolate con le popolazioni arcaiche, i nenadertaliani e i denisoviani, che vivevano nella regione da migliaia di anni ed erano quindi adattate all’ambiente. Il dna arcaico potrebbe quindi aver aiutato le popolazioni moderne ad adattarsi al nuovo ambiente.

L’influenza arcaica, se porta a una maggiore protezione dalle infezioni, potrebbe però aver anche aumentato il rischio di alcune persone di sviluppare allergie.

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