17 aprile 2016 16:49

Le allucinazioni visive e la dissoluzione del sé provocate dall’lsd corrispondono a specifici schemi di attivazione del cervello. È quanto emerge da alcuni test che hanno “fotografato” il cervello di persone sotto l’effetto della sostanza.

L’lsd, o dietilammide dell’acido lisergico, è stata scoperta nel 1938. La sua azione è stata descritta nel 1943 e per alcuni anni è stata studiata in ambito scientifico. Alla fine degli anni sessanta il suo uso è stato proibito e la ricerca scientifica è diventata più difficile. Adesso c’è una riscoperta dell’lsd come mezzo per studiare la coscienza umana e la base biologica dell’esperienza psichedelica. Due studi, uno pubblicato sui Pnas e l’altro su Current Biology, hanno usato varie tecniche di visualizzazione del cervello.

I quindici volontari coinvolti avevano già sperimentato in precedenza l’uso di sostanze psichedeliche. Le allucinazioni visive, riferite dai volontari, erano associate a un maggiore afflusso di sangue nella corteccia visiva, scrive The Scientist, a una maggiore connettività tra la corteccia visiva e altre aree del cervello e a una diminuzione delle onde alfa della corteccia visiva. Poiché si pensa che le onde alfa diminuiscano l’attività dei neuroni, l’lsd potrebbe ridurre l’inibizione della corteccia visiva e permettere la visualizzazione di immagini insolite.

Alla dissoluzione del sé, cioè al minore senso di separazione dall’ambiente esterno e dagli altri, corrispondeva invece un aumento complessivo della connettività tra reti di neuroni in genere separate. All’interno di una specifica rete di neuroni, la dmn, si registrava invece una minore connettività.

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