22 luglio 2016 18:06

L’obiettivo di mettere fine all’epidemia di aids entro il 2030 potrebbe non essere raggiunto. Lo scrivono sulla rivista medica Lancet gli autori Michael Isbell, Nduku Kilonzo, Owen Mugurungi e Linda-Gail Bekker. Secondo gli autori, le nuove infezioni da hiv registrate ogni anno stanno diminuendo a livello mondiale, ma il calo è troppo lento per raggiungere l’obiettivo del 2030. Il problema della prevenzione è diventato uno dei più importanti nella lotta all’hiv/aids ed è stato molto discusso alla conferenza internazionale sull’aids a Durban, in Sudafrica.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Secondo uno studio pubblicato sempre su [Lancet](http://www.thelancet.com/journals/lanhiv/article/PIIS2352-3018(16) 30087-X/fulltext), i nuovi casi di hiv in tutto il mondo sono stati circa 2,5 milioni lo scorso anno. Circa il 75 per cento dei casi è stato registrato nell’Africa subshariana, mentre l’8,5 per cento è stato registrato nell’Asia meridionale. Rispetto ai dati del 2005 non ci sono stati miglioramenti sostanziali. Questi dati indicano che l’epidemia non è ancora sotto controllo. I decessi sono invece in calo. A livello globale si è passati da 1,8 milioni di morti nel 2005 a 1,2 milioni nel 2015. Il merito è soprattutto della diffusione della terapia antiretrovirale. Tuttavia, senza un calo più veloce delle nuove infezioni, rimane il rischio di un ritorno dell’epidemia di aids, soprattutto nelle comunità più vulnerabili.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it