04 novembre 2016 13:15

Il 4 novembre è entrato in vigore l’accordo di Parigi sul clima, raggiunto nel 2015. Tuttavia, secondo il rapporto Emissions gap, gli impegni non sono abbastanza ambiziosi. È necessario uno sforzo maggiore nella lotta ai cambiamenti climatici, scrive l’Unep, il programma ambientale delle Nazioni Unite che ha analizzato gli impegni presi dai singoli stati per contenere l’aumento di temperatura del pianeta. Con l’accordo di Parigi, infatti, gli stati si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, responsabili del riscaldamento del pianeta.

Le emissioni stimate per il 2030 saranno probabilmente del 25 per cento più alte di quanto sarebbe necessario per raggiungere l’obiettivo fissato dall’accordo, cioè mantenere l’aumento di temperatura entro i due gradi e possibilmente entro 1,5 gradi. Secondo le stime dell’Unep nel 2030 le emissioni globali potrebbero toccare le 54-56 gigatonnellate di anidride carbonica, superiori alle 42 gigatonnellate necessarie per avere una buona probabilità di raggiungere l’obiettivo di Parigi. Di conseguenza, con questi impegni ci si può attendere un aumento di temperatura tra i 2,9 e i 3,4 gradi entro questo secolo. Un tale aumento di temperatura potrebbe avere effetti molto negativi.

Secondo il rapporto, è possibile accelerare la riduzione delle emissioni coinvolgendo soggetti non statali, come le città o le aziende private.

La prossima settimana a Marrakech, in Marocco, è prevista la 22ª sessione della Conferenza delle parti, la Cop22, che discuterà tra le altre cose dell’entrata in vigore dell’accordo di Parigi.

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