26 novembre 2016 13:29

È in corso uno studio su un metodo di previsione dei terremoti basato sulla gravità. Il sistema potrebbe inviare un allarme prima della scossa sismica, sfruttando i mutamenti della gravità che si manifestano alcuni istanti prima dell’inizio del terremoto.

Questi cambiamenti sono stati individuati durante il sisma che ha colpito il Giappone nel marzo del 2011. Il terremoto del nono grado di Tohoku-Oki ha colpito la costa orientale del paese ed è stato seguito da uno tsunami. L’evento ha causato migliaia di vittime e il disastro della centrale nucleare di Fukushima.

Jean-Paul Montagner e colleghi hanno analizzato i dati raccolti dagli strumenti di misura dell’osservatorio Kamioka e da altri laboratori, vicino all’epicentro. Hanno così scoperto che oltre un minuto prima del terremoto, gli strumenti hanno segnalato un mutamento della gravità. Infatti, questi segnali viaggiano alla velocità della luce e sono quindi molto più veloci delle onde sismiche.

Non è facile cogliere i mutamenti della gravità, a causa del rumore di fondo. Se però si sviluppassero strumenti abbastanza sensibili, si potrebbe creare un sistema di allarme e riuscire a far fermare i treni e a disattivare gli ascensori prima della scossa. Gli attuali sensori di allarme utilizzano particolari onde, che arrivano però appena pochi secondi prima dell’inizio del terremoto.

Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it