Il peschereccio sta tornando verso la Sicilia. A bordo c’erano 3 siciliani e 4 tunisini
Il peschereccio italiano, sequestrato alle prime ore di oggi al largo delle coste libiche da uomini non ancora identificati a bordo un rimorchiatore, è sotto il controllo di personale della marina italiana. Lo ha detto in una nota la stessa marina, dopo che un’associazione di pescatori siciliani aveva lanciato stamattina l’allarme sequestro.
“In merito all’evento che ha visto coinvolto il motopesca italiano Airone, sequestrato questa mattina da un rimorchiatore, presumibilmente appartenente a forze di sicurezza libiche mentre si trovava a circa 90 chilometri a nordovest di Misurata, si rende noto che personale della Marina militare, impegnato nell’ambito dell’operazione di sorveglianza e sicurezza marittima ‘Mare Sicuro’ è salito a bordo del natante italiano assumendone il controllo”, dice la nota.
La marina militare italiana ha ripreso il controllo del peschereccio italiano sequestrato all’alba al largo delle coste libiche. Secondo notizie apprese via radio, uno o due libici sarebbero saliti a bordo del motopesca per una perquisizione ma l’equipaggio si sarebbe ribellato e li avrebbe rinchiusi nella stiva. Il comandante dell’imbarcazione, Alberto Figuccia, avrebbe invertito la rotta e si sarebbe diretto verso nord, in direzione delle coste siciliane, sfuggendo così al rimorchiatore. Nel contempo c’è stato l’intervento della marina.
Un peschereccio italiano è stato sequestrato intorno alle 3.30 a quasi 50 chilometri dalla costa libica. Lo ha confermato Giovanni Tumbiolo, presidente del distretto produttivo della pesca, un’associazione che raccoglie aziende della filiera ittica siciliana. Il motopesca Airone, di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, si trovava al largo della costa di Misurata quando è stato dirottato. A brodo c’erano sette i marinai, di cui 3 siciliani e 4 tunisini. A dare l’allarme via radio alla guardia costiera è stato l’equipaggio di un altro peschereccio siciliano che si trovava nella stessa zona.
Il sequestro è stato confermato anche dal sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi, secondo il quale al momento ci sono “notizie frammentarie e contraddittorie”. Dai tracciati emerge che l’apparecchiatura della nave è stata staccata, quindi è impossibile individuare la posizione attuale dell’imbarcazione. Si presume sia stata dirottata verso Bengasi, Misurata o Sirte. L’unità di crisi del ministero degli esteri sta compiendo delle verifiche. Secondo Francesco Mezzapelle, portavoce dell’associazione della pesca siciliana, “è probabile che si tratti di un atto di pirateria, perché il rimorchiatore che ha abbordato il motopesca, a quanto riferiscono i testimoni, non mostrava insegne del governo libico”.
Un peschereccio siciliano con sette persone a bordo (tre italiani e quattro tunisini) è stato sequestrato da alcuni uomini armati mentre si trovava a 65 chilometri dalle coste libiche. L’imbarcazione potrebbe essere stata portata a Misurata. Bbc
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