Proteste contro la missione delle Nazioni Unite in Mali, tre morti

Tre persone sono morte e decine sono rimaste ferite in una nuova protesta scoppiata a Gao, nel nord del Mali, contro i soldati della missione di pace delle Nazioni Unite, inviati nel paese dopo il colpo di stato del 2012

Tre morti per le proteste in Mali contro la missione di pace dell’Onu

È salito a tre morti il bilancio delle vittime delle proteste nella città di Gao, in Mali, dove i soldati delle Nazioni Unite hanno sparato contro i manifestanti fuori della base della missione di pace. In precedenza un testimone aveva parlato di gas lacrimogeni, ma secondo nuove fonti i soldati avrebbero aperto il fuoco e molte persone sarebbero rimaste ferite.

La violenza è esplosa durante un incontro dei soldati dell’Onu con i leader locali, per discutere un negoziato di pace che obbligherebbe i miliziani filogovernativi a deporre le armi, mentre lascerebbe più margine di manovra ai separatisti tuareg.

Il debole governo di Bamako non è in grado di imporre la sua autorità nelle zone settentrionali del paese, mentre i soldati dell’Onu devono mediare tra diverse fazioni di ribelli che continuano a destabilizzare l’area. Reuters

Un morto negli scontri tra soldati dell’Onu e manifestanti a Gao, in Mali

Una persona è rimasta uccisa nella città di Gao, in Mali, durante gli scontri tra manifestanti e soldati delle Nazioni Unite. I soldati hanno usato gas lacrimogeno per allontanare le migliaia di persone radunate fuori dalla base della missione di pace (Minusma), dopo che avevano cominciato a tirare pietre. Reuters

Proteste in Mali contro i bombardamenti dell’Onu sui ribelli

Centinaia di persone hanno protestato contro i bombardamenti delle Nazioni Unite sui ribelli tuareg nell’aeroporto di Kidal, nel nord del Mali, in cui sono morte cinque persone. La protesta, a cui hanno partecipato molte donne e bambini, si riferisce all’attacco di un elicottero della missione di pace (Minusma) contro un veicolo del Coordinamento dei movimenti dell’Azawad, come i ribelli hanno rinominato il nord del paese.

La protesta è stata “violenta” secondo un portavoce dell’Onu: le tende e i generatori dell’accampamento della missione sono stati incendiati e le bandiere dell’organizzazione sostituite da quelle del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad. I soldati sono stati costretti ad abbandonare le proprie postazioni. Reuters

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