Il governo Renzi rinvia l’approvazione del disegno di legge sulla scuola

 L’approvazione è stata rimandata al prossimo consiglio, previsto per martedì 10 marzo. Il premier Renzi ha assicurato che non c’è nessun rischio di slittamento delle assunzioni di 180mila insegnanti precari

Il consiglio dei ministri ha rimandato l’approvazione del disegno di legge sulla scuola

Il consiglio dei ministri riunito oggi a palazzo Chigi ha cominciato a esaminare le linee guida del disegno di legge sulla riforma della scuola. L’approvazione è stata rimandata al prossimo consiglio, previsto per martedì 10 marzo. Dopo il raggiungimento di un accordo tra i ministri, che hanno una settimana di tempo per presentare proposte e modifiche, il disegno sarà inviato al parlamento per la discussione e il voto.

In conferenza stampa il premier Matteo Renzi ha assicurato che “non c’è alcun rischio che slittino le assunzioni”, come hanno sostenuto i sindacati dopo la notizia che la riforma,prevista in forma di decreto, sarebbe diventata un disegno di legge. Askanews, Ansa

La riforma della scuola diventa un disegno di legge

Il consiglio dei ministri si riunisce oggi alle 18.30 per discutere un disegno di legge sulla riforma della scuola. In un primo momento il governo avrebbe dovuto approvare un decreto legge, per dare avvio alla riforma e stanziare i fondi necessari per le assunzioni dei precari a settembre. Ma il 2 marzo, dopo l’incontro con la ministra dell’istruzione Stefania Giannini, il premier Matteo Renzi ha annunciato che i ministri avrebbero lavorato su un disegno e non su un decreto, per coinvolgere le opposizioni e il parlamento.

Secondo i sindacati con questo cambiamento aumenta l’incertezza dei tempi per l’assunzione di 105mila precari delle graduatorie a esaurimento, come previsto dalla riforma, e dei vincitori del concorso del 2012 che aspettano ancora una cattedra. A settembre dovrebbero essere assunti anche 15mila professori presenti nelle graduatorie di istituto, che avranno un accesso preferenziale al bando che uscirà entro il 1 ottobre per il triennio 2016-2019. Il Sole 24 Ore

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