Benjamin Netanyahu

Pechino e Mosca mettono il veto a una risoluzione statunitense su una tregua a Gaza

Il 22 marzo la Cina e la Russia hanno messo il veto a una risoluzione presentata dagli Stati Uniti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva una tregua immediata nella Striscia di Gaza in cambio del rilascio degli ostaggi. Leggi

Nessuno sembra poter fermare Netanyahu su Rafah

Nonostante le critiche di molti paesi, compresa la Germania, il primo ministro israeliano è deciso ad attaccare la città nel sud della Striscia di Gaza. E risponde alle critiche facendo paragoni discutibili con la seconda guerra mondiale. Leggi

Tra Biden e Netanyahu il peggio deve ancora venire

Il presidente statunitense ha attaccato frontalmente il primo ministro israeliano, giudicato irresponsabile. Per capire i motivi di questo scontro bisogna tenere presenti due elementi. Leggi

Il premier israeliano Netanyahu sotto accusa per la strage del monte Meron nel 2021

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è “personalmente responsabile” della morte di 45 persone nella calca durante un pellegrinaggio sul monte Meron nell’aprile 2021, secondo il rapporto di una commissione d’inchiesta. Leggi

Un momento cruciale per la guerra o per la pace a Gaza

Israele minaccia di attaccare Rafah all’inizio del Ramadan. Intanto i negoziati al Cairo sono bloccati e milioni di palestinesi non sanno più dove scappare. Ci sono solo due scenari in cui i combattimenti potrebbero fermarsi. Leggi

Civili

Dovrebbe essere scontato, ma vale sempre la pena ripeterlo: attaccare i civili è un crimine dei peggiori. Leggi

La voce della piazza

Uno striscione con il volto del primo ministro israeliano Benjamin Neta­nyahu e la scritta “dittatore in fuga” è esposto durante una manifestazione contro la riforma... Leggi

Al bivio

Una manifestazione contro la riforma della giustizia presentata dal governo di estrema destra di Benjamin Netanyahu. Decine di migliaia di israeliani scendono in piazza ogni... Leggi

Benjamin Netanyahu va avanti con la riforma della giustizia

Il premier israeliano non ha ascoltato le proteste dell’opposizione: ora vuole cancellare la possibilità per la corte suprema di giudicare la “ragionevolezza” delle azioni del governo. Leggi

Una parte di Israele resiste a Netanyahu

L’opinione pubblica laica, democratica e inclusiva protesta contro le riforme del sistema giudiziario proposte dal premier. Nelle piazze si scontrano due facce del paese e due visioni diverse del suo futuro. Leggi

L’estrema destra trascina Israele nel baratro

In appena due mesi la coalizione più a destra nella storia del paese ha scatenato un’offensiva contro lo stato di diritto e contro i palestinesi. Lo stato ebraico è scosso da proteste e cortei e sempre più criticato a livello internazionale. Leggi

La stentata vittoria di Lula rivela la forza dei populismi 

L’enorme numero di preferenze ottenute da Jair Bolsonaro, nonostante un mandato disastroso, alimenta diversi interrogativi. Anche per le prossime elezioni in Israele e Stati Uniti. Leggi

Le elezioni che potrebbero riportare Netanyahu al governo

L’ex premier sta cercando di tornare in carica per mettere fine alle sue grane legali. Gli elettori, distratti dalle sue vicende, sembrano ignari degli ultimi sviluppi in Palestina. Leggi

Israele al voto su Netanyahu per la quarta volta in due anni

Il 23 marzo gli israeliani tornano alle urne, ma già si parla di una quinta elezione nei prossimi mesi. Il premier, al potere da 12 anni, è deciso a conquistare l’immunità per evitare un processo per corruzione. Leggi

John Kerry incontrerà Benjamin Netanyahu e Abu Mazen in settimana.
John Kerry incontrerà Benjamin Netanyahu e Abu Mazen in settimana. Il segretario di stato statunitense vedrà il premier israeliano durante la sua visita in Germania e poi, in Medio Oriente, il leader dell’autorità palestinese. Kerry ha programmato i due viaggi visto l’intensificarsi degli scontri –in cui sono morti sette israeliani e circa 40 palestinesi – nelle ultime due settimane.
Israele minaccia un coprifuoco nei quartieri arabi a Gerusalemme.
Israele minaccia un coprifuoco nei quartieri arabi a Gerusalemme. Nella notte il comitato di sicurezza riunito dal premier Benjamin Netanyahu ha approvato una serie di misure per contrastare i recenti attacchi compiuti dai palestinesi. La polizia, al quale verrà affiancato l’esercito, avrà ampi poteri e potrà decidere di isolare interi quartieri arabi “per ragioni di sicurezza”. Ieri una serie di attentati a Gerusalemme e Raanana ha causato almeno tre morti e venti feriti.
Il premier israeliano invoca un governo di unità nazionale.
Il premier israeliano invoca un governo di unità nazionale. L’appello di Benjamin Netanyahu all’opposizione è arrivato al termine di un’altra giornata di violenze in Israele e in Cisgiordania. Ci sono state almeno quattro aggressioni con armi da taglio contro israeliani e due palestinesi sono rimasti uccisi negli scontri con le forze dell’ordine.
In Israele è morta una ragazza di 16 anni accoltellata al gay pride.
In Israele è morta una ragazza di 16 anni accoltellata al gay pride. La liceale Shira Banki era stata ricoverata giovedì sera insieme ad altri cinque feriti ma è deceduta in ospedale domenica. Dopo l’assalto alla parata dell’orgoglio omosessuale da parte di un ebreo ultraortodosso e la morte di un bambino palestinese di 18 mesi in un incendio provocato da coloni, il premier Benjamin Netanyahu ha detto che non tollererà altri crimini d’odio. E il ministro della difesa Moshe Ya’alon ha autorizzato la detenzione amministrativa nei confronti degli estremisti ebraici.
Il primo ministro israeliano promette “tolleranza zero”.
Il primo ministro israeliano promette “tolleranza zero”. Benjamin Netanyahu ha assicurato che metterà in campo “tutti i mezzi a disposizione” per fare giustizia dopo la morte di un bambino palestinese di 18 mesi in un incendio doloso attribuito a coloni e l’accoltellamento di sei attivisti al gay pride. Una di loro, la liceale Shira Banki di 16 anni, è morta domenica in ospedale. Il ministro della difesa Moshe Ya’alon ha autorizzato la detenzione amministrativa, solitamente usata con i palestinesi, nei confronti degli estremisti israeliani.
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