Corte suprema

Perché è inaccettabile la candidatura di Trump

All’epoca il presidente Trump si era presentato agli elettori chiedendo che gli concedessero altri quattro anni di mandato. Il 51 per cento dei votanti aveva detto di no.... Leggi

La corte suprema boccia la riforma della giustizia

La sentenza che respinge una norma fondamentale della riforma voluta dal governo di Benjamin Netanyahu tutela i cittadini e mette un limite al potere della maggioranza Leggi

Trump costringe a studiare la costituzione

In che caso si può parlare di insurrezione contro gli Stati Uniti? Fino a dove arriva l’immunità di un ex presidente? Le accuse contro Donald Trump fanno discutere giuristi e politici Leggi

La corte suprema statunitense affronta la manipolazione dei collegi elettorali

La corte suprema degli Stati Uniti si occuperà l’11 ottobre di un caso di discriminazione degli elettori afroamericani che potrebbe avere conseguenze sulle elezioni per la camera dei rappresentanti nel 2024. Leggi

In Israele regna l’ingiustizia suprema

A intervalli di poche settimane i giudici della corte suprema sono chiamati a prestare servizio. Questo succede quando qualcuno fa causa alle istituzioni militari. Non indossano... Leggi

Al bivio

Una manifestazione contro la riforma della giustizia presentata dal governo di estrema destra di Benjamin Netanyahu. Decine di migliaia di israeliani scendono in piazza ogni... Leggi

Gli studenti dimenticati nel dibattito sull’università

La corte suprema ha cancellato le regole che aiutavano neri e ispanici a entrare nelle università più selettive. Ma per molti ragazzi e ragazze questo è solo un ostacolo tra molti Leggi

Ferita aperta

Attivisti contro l’aborto si scontrano con persone che sostengono questo diritto davanti alla corte suprema, a Washington. È passato un anno da quando il massimo organo... Leggi

Tutti gli errori di Benjamin Netanyahu

Di fronte a una mobilitazione senza precedenti, il premier israeliano è stato costretto a sospendere la riforma della giustizia. La sua coalizione resta intatta, ma ha perso forza Leggi

Una riforma pericolosa in Israele

In due mesi la coalizione al governo in Israele, che unisce conservatori, forze di estrema destra e partiti di stampo religioso, ha suscitato uno dei più vasti movimenti... Leggi

Nello stallo politico l’Iraq è in piena crisi alimentare

Bocciando la norma del governo per calmierare i prezzi del cibo, la corte suprema è intervenuta nello scontro politico che blocca il paese da mesi. Ma rispondendo al quesito del presidente, i giudici hanno smentito la loro posizione. Leggi

La corte suprema degli Stati Uniti si è espressa contro la legge texana sull’aborto.
La corte suprema degli Stati Uniti si è espressa contro la legge texana sull’aborto. La legge del 2013 è stata considerata restrittiva del diritto delle donne ad abortire dalla massima corte statunitense. Il testo prevede che le cliniche che praticano aborti devono dotarsi di locali, attrezzature e personale equivalenti a quelli delle sale chirurgiche degli ospedali.
La Casa Bianca ricorre alla corte suprema per sbloccare il decreto sull’immigrazione.
La Casa Bianca ricorre alla corte suprema per sbloccare il decreto sull’immigrazione. Nel 2014 l’amministrazione Obama aveva deciso di attuare attraverso un decreto una riforma della politica statunitense sull’immigrazione. Ventisei stati (per primo il Texas) si sono opposti al decreto. Il 20 novembre l’amministrazione ha consegnato un ricorso alla corte suprema per sbloccare la riforma che riguarda la posizione di oltre 4 milioni di persone.
La corte suprema condanna la segregazione nelle politiche abitative

La corte suprema degli Stati Uniti d’America con 5 voti a favore e 4 contrari, ha confermato una sentenza secondo cui il Texas Department of Housing and Community Affairs, sarebbe colpevole di discriminazione abitativa. La stessa corte oggi ha deliberato anche sulla legittimità dei sussidi federali previsti dalla riforma sanitaria di Barack Obama. Tra i verdetti attesi entro la fine di giugno, c’è anche quello sui matrimoni gay.

Un’organizzazione no profit del Texas, The Inclusive Communities Project, sostenuta dall’amministrazione Obama e da altre associazioni per i diritti civili, aveva accusato l’agenzia texana che si occupa di assegnare abitazioni ai cittadini a basso reddito, di aver violato il Fair Housing Act, la legge del 1968 che ha lo scopo di prevenire la segregazione residenziale basata su razza, colore, religione, sesso.

L’agenzia texana è stata giudicata colpevole, di aver di fatto favorito, anche se non intenzionalmente, la segregazione razziale. Il caso era nato nel 2008, quando The Inclusive Communities Project aveva citato in giudizio il Texas Department of Housing, accusandolo di assegnare crediti di imposta agli imprenditori che presentavano progetti residenziali che segregavano le minoranze a vivere nelle aree povere della città di Dallas. L’agenzia texana decide infatti a quali progetti assegnare i crediti di imposta attraverso un piano di assegnazione (Qap), con un sistema di punteggi. I progetti che ricevono più punti ottengono gli sgravi fiscali. La Inclusive Communities ha quindi citato in giudizio l’agenzia texana sostenendo che dal 1994 in poi, questa abbia assegnato i crediti di imposta a quei progetti che prevedevano la costruzione di alloggi per le minoranze solo nelle aree povere e degradate di Dallas, favorendo di fatto la segregazione.

La corte suprema ha dato ragione alla Casa Bianca sull’Obamacare

La corte suprema degli Stati Uniti ha confermato che il governo federale può offrire sussidi ai cittadini per acquistare una assicurazione sanitaria, così come stabilito dall’Affordable care act, chiamato anche Obamacare. La decisione dei nove giudici rappresenta una vittoria per il presidente Barack Obama e di fatto va contro la richiesta di 36 stati, che invece chiedevano l’abolizione della pratica stabilita dalla riforma sanitaria in vigore dall’ottobre del 2013.

La controversia era scaturita da un passaggio poco chiaro della riforma. Nella sezione 1311, infatti, si stabilisce che i sussidi federali possono essere garantiti solo ai cittadini che acquistano una copertura sanitaria all’interno dei mercati online – di fatto dei siti internet – stabiliti da ciascuno stato. Ma proprio tra questi mercati non viene citato quello federale, il sito healthcare.gov da sempre promosso da Obama, che invece appare nella sezione 1321. Il ricorso si basava proprio su questo cavillo.

L’Obamacare obbliga tutti i cittadini statunitensi ad avere un’assicurazione sanitaria, garantendo però una serie di sussidi e di sgravi fiscali agli strati più poveri della popolazione. Secondo i dati del governo, dopo la riforma il numero dei non assicurati è sceso da 42 milioni a 29 milioni. Se la corte suprema avesse deciso diversamente, 6,5 milioni di persone in una decina di stati avrebbero perso la possibilità di avere i sussidi e molti altri si sarebbero visti aumentare il premio da pagare. Inoltre sarebbe stato un duro colpo all’amministrazione Obama per una delle riforme su cui il presidente statunitense si è speso di più negli ultimi anni.

Matrimoni gay e riforma sanitaria, le sentenze più attese della corte suprema

Nei prossimi giorni sono attese alcune sentenze dalla corte suprema, il massimo organo giudiziario negli Stati Uniti. I verdetti più importanti riguarderanno l’approvazione dei matrimoni gay in tutti gli stati del paese e un aspetto della riforma sanitaria dell’amministrazione Obama. La corte renderà note le sue decisioni tra le sedute di giovedì 25 giugno, venerdì 26 e lunedì 29. Leggi

Abbonati a Internazionale per leggere l’articolo.
Gli abbonati hanno accesso a tutti gli articoli, i video e i reportage pubblicati sul sito.
Sostieni Internazionale
Vogliamo garantire un’informazione di qualità anche online. Con il tuo contributo potremo tenere il sito di Internazionale libero e accessibile a tutti.