Dallas

Il primo complotto

Sono passati sessant’anni da quando John Kennedy fu assassinato a Dallas. I misteri sulla sua morte hanno alimentato la diffidenza verso il governo statunitense. E contribuito al complottismo moderno Leggi

Identificato uno dei cecchini di Dallas, diceva di voler “uccidere i bianchi”.
Identificato uno dei cecchini di Dallas, diceva di voler “uccidere i bianchi”. Il 7 luglio cinque poliziotti sono morti e sette sono rimasti feriti durante una manifestazione convocata dopo che la polizia ha ucciso due neri in Louisiana e in Minnesota. Mentre era in corso la protesta nella città texana, almeno quattro uomini hanno aperto il fuoco sugli agenti. Tre sono stati arrestati, un quarto, Micah Johnson, 25 anni, è stato ucciso da un esplosivo piazzato dalla polizia. Ha un passato nell’esercito ed è stato in Afghanistan. L’uomo aveva detto ai negoziatori che il suo obiettivo era “uccidere i bianchi”, in particolare i poliziotti bianchi, e aveva aggiunto di non appartenere ad alcun gruppo organizzato. La Casa Bianca ha confermato che Johnson non aveva legami con gruppi terroristici.
Spari su una manifestazione a Dallas, cinque poliziotti uccisi e altri sette feriti
Spari su una manifestazione a Dallas, cinque poliziotti uccisi e altri sette feriti. Gli agenti sono stati colpiti da persone appostate come cecchini, mentre erano di servizio a una delle tante proteste scoppiate in tutti gli Stati Uniti dopo le morti di Alton Sterling e Philando Castile, due neri uccisi dalla polizia in Louisiana e in Minnesota negli ultimi due giorni. Feriti anche due civili, che non sono in gravi condizioni. Sono state arrestate tre persone, mentre un quarto sospetto è morto in circostanze ancora da chiarire dopo essere rimasto a lungo nascosto in un garage per sfuggire alla polizia. L’uomo aveva detto ai negoziatori che il suo obiettivo era “uccidere i bianchi”, in particolare i poliziotti bianchi, e aveva aggiunto di non appartenere ad alcun gruppo organizzato.
Il presunto responsabile della sparatoria contro la polizia a Dallas potrebbe essere morto

Secondo la stampa statunitense, l’uomo sospettato di avere compiuto un attacco contro la sede centrale della polizia di Dallas è stato ucciso dai tiratori scelti delle forze dell’ordine. Le autorità non hanno ancora confermato la notizia. Le trattative condotte dalla polizia con l’uomo che si era barricato dentro un furgone blindato sono durate ore, ma non hanno portato ad alcun risultato.

Nessuno è rimasto ferito nell’attacco condotto nelle prime ore del mattino contro la sede centrale della polizia di Dallas. Secondo la polizia, l’uomo sospettato non ha legami con il terrorismo e ha agito da solo. Si tratterebbe di una persona già conosciuta alle forze dell’ordine, che avrebbe agito per vendicarsi della perdita della custodia del figlio. Ma la sua identità non è ancora stata confermata dalla polizia.

Spari contro la sede centrale della polizia di Dallas, negli Stati Uniti

Durante la notte sono stati sparati dei colpi di arma da fuoco contro la sede centrale della polizia di Dallas. Secondo le ricostruzioni, gli spari sono venuti da un furgone blindato che poi è fuggito ed è stato inseguito dalla polizia. Fuori dall’edificio, inoltre, è stato trovato un ordigno esplosivo. Non ci sono stati feriti.

Il capo della polizia di Dallas, David Brown, ha detto in una conferenza stampa che le persone coinvolte nella sparatoria potrebbero essere quattro e che sono in corso delle trattative con un sospetto a bordo del furgone nel parcheggio di un fast food a sud di Dallas. Secondo Brown, il sospetto sarebbe un uomo di 50 anni, che accusa le autorità di avergli sottratto la custodia del figlio.

Almeno cento i dispersi sull’Himalaya

Sono almeno cento gli escursionisti dispersi nel Nepal del nord colpito da una tempesta di neve che ha già causato 24 vittime.

Le ricerche sono in corso nel distretto del Mustang, nel massiccio dell’Annapurna. Ansa

Nella casa dell’infermiera contagiata

Sono cominciate le operazioni di decontaminazione della casa dell’infermiera contagiata dall’ebola a Dallas, in Texas.

Sono stati avvisati i vicini dell’infermiera contagiata dall’ebola a Dallas

I vicini dell’infermiera che è risultata positiva al test dell’ebola il 15 settembre hanno trovato un avviso sotto le loro porte, diffuso dalle autorità durante la notte.

Il foglio contiene informazioni importanti sull’ebola e alcuni numeri utili da contattare.

Non c’è il rischio di una diffusione di ebola negli Stati Uniti

Il comunicato delle autorità sanitarie statunitensi sul nuovo caso di contagio con l’ebola in Texas.

Un secondo caso di ebola in Texas

Un secondo caso di ebola è stato diagnosticato all’ospedale di Dallas, negli Stati Uniti. Lo hanno dichiarato in un comunicato le autorità sanitarie del Texas.

Il contagio riguarda un altro infermiere del Texas Health Presbyterian Hospital. L’infermiere ha curato Thomas Duncan, l’uomo liberiano morto a Dallas a causa dell’ebola, contratta in Africa occidentale.

L’infermiere è stato messo in isolamento. “Le autorità sanitarie hanno intervistato il nuovo paziente e hanno cercato di capire quante persone sono state in contatto con lui e sono state esposte al contagio”, hanno dichiarato le autorità sanitarie del Texas. Reuters

Il sindacato degli infermieri fa causa all’ospedale di Dallas

Non è stato adottato nessun protocollo nell’ospedale di Dallas per la prevenzione della diffusione dell’ebola.

È l’accusa rivolta dal sindacato statunitense degli infermieri verso il Texas Health Presbyterian Hospital dove un paziente liberiano è morto dopo aver contratto il virus in Africa occidentale e dove un’infermiera è stata contagiata.

Il personale dell’ospedale ha raccontato che nei giorni del ricovero di Eric Duncan c’era confusione sui protocolli di sicurezza. Ap

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