L’ex presidente sudafricano Jacob Zuma potrà candidarsi alle elezioni legislative del 29 maggio, dopo che una corte elettorale ha annullato la sua esclusione, dovuta a una condanna a una pena detentiva nel 2021. Leggi
Le rivolte di questi giorni sono il riflesso della catastrofe politica, economica, sociale e morale del paese, che si considera la principale potenza del continente. Leggi
L’ex presidente sudafricano, accusato di aver favorito un ampio sistema di corruzione, andrà in carcere innanzitutto per oltraggio alla corte. La magistratura si è dimostrata indipendente, ma gli eredi di Mandela faticano a riconquistare la fiducia del paese. Leggi
Ancora oggi i leader politici che scatenano una guerra non finiscono in prigione, ma ci finiscono per corruzione. Da venerdì scorso è successo a tre di loro. Leggi
Migliaia di persone sono scese in strada il 14 ottobre a Johannesburg, per manifestare contro la corruzione del governo di Jacob Zuma e del suo partito, l’African national congress (Anc). Il video dell’Afp. Leggi
I deputati sudafricani hanno deciso di sospendere le sedute parlamentari previste per la prossima settimana, per lanciare una campagna contro la xenofobia nei rispettivi collegi elettorali. È una delle ultime iniziative del governo del presidente Jacob Zuma per riportare la calma nel paese e rassicurare la comunità internazionale. L’annuncio arriva dopo le violenze delle ultime tre settimane che hanno causato almeno sette morti e migliaia di sfollati.
La Tanzania oggi ha rimpatriato trenta cittadini, tra cui donne e bambini che si erano rifugiati in due campi a Durban, mentre nelle scorse settimane sono stati più di 5mila gli stranieri che hanno lasciato il paese, provenienti da Mozambico, Malawi, Zimbabwe, Burundi, Repubblica Democratica del Congo e Ruanda.
“Il parlamento unisce la sua voce a quanti hanno condannato la violenza contro gli stranieri, il razzismo e tutte le forme di intolleranza nel nostro paese”, si legge nel comunicato diffuso sul sito del parlamento.
Undici sospettati sono stati arrestati a Johannesburg durante un raid notturno della polizia insieme alle forze dell’esercito, schierate dal presidente Jacob Zuma per fermare le violenze xenofobe nel paese. Decine di poliziotti hanno circondato un dormitorio che ospita dei lavoratori sudafricani nel quartiere di Jeppestown, teatro di scontri nei giorni passati. I sospettati hanno dai 24 ai 29 anni. Sono accusati di furto e ricettazione di beni rubati durante i saccheggi contro i negozi gestiti da immigrati.
Sono almeno sei i morti delle violenze delle ultime settimane, solo uno di questi ha un nome: Emmanuel Sithole, un mozambicano di 35 anni, accoltellato a morte il 20 aprile nella township di Alexandra, davanti a un gruppo di giornalisti del Sunday Times che ha pubblicato una testimonianza fotografica dell’accaduto e diffuso la notizia nel paese.
Il presidente sudafricano Jacob Zuma ha cancellato una visita ufficiale in Indonesia per affrontare l’ondata di xenofobia che ha travolto il paese.
Le violenze sono cominciate due settimane fa a Durban, e proprio da lì il presidente ha lanciato un messaggio agli immigrati, trasmesso in tv: “Chi vuole andare a casa, sappia che quando le violenze saranno finite sarà il benvenuto se vorrà tornare”. Dopo i disordini, migliaia di persone hanno cercato rifugio in luoghi sicuri allestiti a Johannesburg e a Durban e molti sono tornati in Zimbabwe o Malawi.
La polizia sudafricana si è scontrata con alcuni deputati dell’opposizione dopo che il parlamento aveva assolto il presidente Jacob Zuma dall’accusa di avere usato 23 milioni di dollari di soldi pubblici per migliorare la sua casa di Nkandla. Quattro deputati sono rimasti feriti.
A marzo un rapporto del difensore civico Thuli Madonsela aveva accusato Zuma di avere beneficiato in modo improprio dei soldi pubblici per fare i lavori nella sua casa di campagna nella provincia di KwaZulu Natal, che comprende una piscina, un allevamento e un pollaio.
Il nuovo rapporto del parlamento, approvato dalla maggioranza dei deputati dell’African national congress, ha assolto Zuma da tutte le accuse. Bbc
La polizia sudafricana ha deciso di aprire un’inchiesta sul presidente Jacob Zuma per verificare le spese per la ristrutturazione della sua residenza a Nkandla, nella provincia di KwaZulu. Lo confermano alcuni documenti diffusi il 10 novembre dal parlamento sudafricano.
I 24 milioni di dollari spesi per costruire l’abitazione, secondo l’accusa, sarebbero stati sottratti a fondi pubblici.
Jacob Zuma, rieletto a maggio, respinge le accuse e ha detto di non essere stato a conoscenza dei lavori, che comprendevano una piscina, una clinica privata e un anfiteatro. Al Jazeera, The Guardian
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