Libero scambio

I democratici bocciano la normativa di Obama sul libero scambio

La camera dei rappresentanti ha approvato la normativa per velocizzare l’approvazione dei trattati con 219 voti a favore e 211 contrari. Il voto però è solo simbolico e per ora la normativa non diventerà legge, poiché in precedenza era stato bocciato un provvedimento posto come condizione dai democratici per dare il via libera al cosiddetto fast track, la legge per consentire al presidente di approvare accordi commerciali con altri paesi senza passare per il congresso.

Contro il Trade adjustment assistence (Taa) hanno votato 302 deputati, mentre i voti a favore sono stati 126. Il documento avrebbe consentito di dare assistenza e offrire formazione ai lavoratori che perderanno il posto una volta approvato il Trans-pacific partnership (Tpp), l’accordo di libero scambio con dodici paesi del Pacifico. Nonostante il voto contrario, i sostenitori del fast track hanno deciso di procedere comunque con la votazione, anche se non avrà validità, per testare l’umore dell’aula.

La Trade promotion authority (Tpa) avrebbe consentito a Obama di velocizzare l’approvazione dei trattati. Prima del voto il presidente era andato a Capitol hill per convincere gli esponenti del suo partito a non ostacolare il provvedimento. Ma molti democratici sono convinti che una nuova apertura delle frontiere possa portare alla chiusura delle aziende nel loro territorio.

Il provvedimento ha scatenato un forte dibattito tra i parlamentari. Il 22 maggio il senato a maggioranza repubblicana aveva approvato la procedura, ma il parere contrario della camera costringerà i parlamentari a rivedere la loro strategia, prima di ripresentare eventualmente il tema all’ordine del giorno.

La bocciatura è un duro colpo per Obama, che ha fatto del libero scambio la priorità economica della fine del suo mandato. Dal 1979 il congresso ha approvato quindici accordi commerciali grazie a una procedura simile. Anche quello con l’Unione europea (Transatlantic trade and investment partnership o Ttip) dovrebbe beneficiare di questa procedura.

Obama alla camera prima del voto sulla corsia preferenziale per i trattati

Il piano del presidente statunitense Barack Obama per aumentare il suo potere negoziale sui trattati commerciali internazionali si trova a un bivio cruciale: la camera dei rappresentanti è chiamata a esprimersi sulla Trade promotion authority (o Tpa) già approvata dal senato, per consentire al presidente di velocizzare l’approvazione dei trattati. In virtù di una corsia preferenziale, il cosiddetto fast track, il presidente potrà sottoporre direttamente al congresso accordi dettagliati, ma non emendabili, perché siano approvati o respinti in tempi brevissimi.

In questo modo, Obama spera di fare avanzare molto velocemente alcuni accordi commerciali fondamentali per il suo programma politico, tra i trattati più ambiziosi dai tempi dell’Accordo nordamericano per il libero scambio (o Nafta) degli anni novanta. Il provvedimento riguarda, tra l’altro, l’accordo di libero scambio stretto da Obama con dodici nazioni del Pacifico (il cosiddetto Trans-pacific partnership, Tpp) e quello con l’Unione europea (Transatlantic trade and investment partnership o Ttip). Per fare pressione sui deputati democratici, il presidente è andato a Capitol Hill per convincere i membri del suo partito a non ostacolare il provvedimento, ampiamente sostenuto dai repubblicani. La riunione a porte chiuse, a cui partecipava anche la capogruppo Nancy Pelosi è durata 35 minuti.

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