Mosca

La propaganda di Mosca

A due mesi dalle elezioni europee del 9 giugno, le accuse sui tentativi russi d’influenzare l’esito del voto stanno mettendo in allarme le istituzioni comunitarie. Lo… Leggi

I jihadisti si riorganizzano in Asia centrale

Dopo aver perso le sue basi in Iraq e in Siria, il gruppo Stato islamico ha messo radici nei paesi a nord dell’Afghanistan, approfittando dell’instabilità politica dei paesi dell’area Leggi

Il grande fallimento degli eredi del Kgb

L’attacco del 22 marzo mette a nudo l’inadeguatezza dei servizi di sicurezza russi, efficacissimi nella repressione del dissenso, molto meno nella prevenzione degli atti di terrorismo Leggi

Il ritorno del terrorismo a Mosca

L’attentato al Crocus city hall del 22 marzo è stato uno dei più gravi della storia russa. Malgrado la rivendicazione del gruppo Stato islamico, il Cremlino sembra deciso a usare la strage per accusare l’Ucraina e alzare la posta contro l’occidente Leggi

La Russia ha un problema con l’islam radicale

Dieci anni fa migliaia di jihadisti partirono dalla Russia e dalle repubbliche dell’Asia centrale per andare a combattere in Siria. Alcuni di loro sono tornati a casa e vogliono colpire Mosca Leggi

Il Cremlino rifiuta di commentare la rivendicazione del gruppo Stato islamico

Il 25 marzo il Cremlino ha rifiutato di commentare la rivendicazione del gruppo Stato islamico dell’attentato del 22 marzo a Mosca che ha causato la morte di 137 persone, mentre l’inchiesta è ancora in corso. Leggi

Tansulpan Burakaeva Siamo diversi

Il governo russo vuole cancellare la cultura del suo popolo, i baschiri, un’etnia di origine turca. Lei cerca di preservarla attraverso l’attivismo politico, la poesia e la moda Leggi

Kim Jong-un a Mosca

Il leader nordcoreano Kim Jong-un andrà presto a Mosca per parlare con il presidente russo Vladimir Putin dell’eventualità di fornire armi alla Russia. Mosca e Pyongyang... Leggi

Il potere dei fuochi

◆ I cuochi, stando almeno a certe trasmissioni televisive, si erano già mostrati aggressivi e inflessibili quanto il sergente di Full metal jacket , film di Stanley Kubrick.... Leggi

Una rivolta a metà

La mattina del 24 giugno i mercenari del gruppo Wagner si sono messi in marcia verso Mosca contestando i vertici militari russi. Poi all’improvviso si sono fermati. Cosa volevano ottenere? Leggi

Profitti da difendere

“L’Africa è intimamente legata alla Wagner”, sottolinea Le Monde Afrique, ricordando che il continente è stato il teatro dell’espansione del gruppo, che ha offerto... Leggi

Kaja Kallas Linea baltica

È la prima ministra estone. Ha vinto le elezioni del 5 marzo, nonostante la crisi economica che ha colpito il paese dopo l’inizio della guerra in Ucraina. E si è distinta per la sua intransigenza con Mosca Leggi

Affari con Mosca

La Raiffeisenbank International, uno dei più importanti istituti di credito austriaci, vuole comprare una controllata della Sberbank, una banca di stato russa sottoposta... Leggi

Arrestate venti persone a Mosca durante un corteo per i diritti dei gay

Le autorità russe hanno bloccato una manifestazione del movimento lgbt. In arresto anche alcuni attivisti antigay che hanno attaccato gli attivisti nel corso del corteo. In Russia le manifestazioni per i diritti degli omosessuali sono vietate. Leggi

Il vertice di Riga non è contro la Russia, sostiene Angela Merkel

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha sottolineato che il partenariato orientale non è “uno strumento per l’allargamento dell’Unione europea” in un’audizione davanti ai deputati del Bundestag, il parlamento tedesco, nel giorno d’inizio della riunione dei capi di stato e di governo europei sul partenariato orientale a Riga. “Non dobbiamo suscitare false aspettative che in futuro non saremo in grado di rispettare” ha detto Merkel aggiungendo che, a causa della crisi in Ucraina, il ripristino del formato G8 con la Russia “non è immaginabile”. “Finché la Russia non tornerà a riconoscere i valori comuni non si può tornare al G8” ha fatto notare.

La cancelliera ha però voluto rassicurare Mosca sul fatto che “il partenariato orientale non è diretto contro nessuno, soprattutto non è contro la Russia”. E le sei ex repubbliche sovietiche che nella capitale lettone si riuniranno nelle prossime ore con i leader europei non saranno chiamate a scegliere tra, “da un lato un riavvicinamento con l’Unione europea e, dall’altro, le ambizioni della Russia a un partenariato più stretto con questi paesi”.

L’annessione della Crimea e il sostegno di Mosca ai separatisti del Donbass nell’est dell’Ucraina hanno dimostrato negli ultimi anni la determinazione del Cremlino a impedire, anche con la forza, l’avanzata dei suoi ex satelliti verso l’occidente e la riduzione della sua zona d’influenza. Al vertice del partenariato orientale di Vilnius, nel novembre del 2013, l’allora presidente dell’Ucraina Viktor Janukovič rifiutò all’ultimo momento di firmare un accordo di associazione con l’Unione europea, provocando manifestazioni di piazza che portarono alla sua deposizione e al conflitto separatista nel paese. L’accordo fu poi firmato il 28 giugno 2014 dal presidente pro-europeo Petro Porošenko.

Le notti moscovite, in libertà vigilata

A giudicare dai comportamenti, dai discorsi e dalle dinamiche che si osservano in una serata che potrebbe svolgersi in qualsiasi altra città europea, l’impressione è che il potere abbia voluto concedere ai ragazzi dell’intellighenzia moscovita uno spazio in cui essere liberi di vivere secondo le proprie inclinazioni e i propri desideri: tutto è possibile finché si rimane all’interno dei confini tracciati dal potere. Leggi

I festeggiamenti un anno dopo l’annessione della Crimea alla Russia

Il 18 marzo 2014, un anno fa, la Crimea è stata annessa con un referendum alla Russia, poco dopo l’allontanamento del presidente ucraino Viktor Janukovič. Pochi giorni prima nella penisola, una regione dell’Ucraina che ha profondi legami storici con Mosca, erano comparsi i cosiddetti “omini verdi”, dei militari senza mostrine che in seguito si sono rivelati dei soldati russi. Leggi

L’inchiesta sull’omicidio Nemtsov è nelle mani di Putin

L’inchiesta sull’omicidio dell’oppositore liberale russo Boris Nemtsov è stata affidata al Comitato investigativo della Federazione Russa, ritenuto il braccio armato di Vladimir Putin, più potente anche dei servizi segreti. Leggi

Manifestazione a sostegno dell’ex presidente ucraino Janukovyč  a Mosca

Migliaia di persone stanno manifestando a Mosca, in Russia, contro il “colpo di stato” in Ucraina, come definiscono le proteste che un anno fa hanno portato alla deposizione dell’ex presidente filorusso Viktor Janukovyč.

Il tweet dice: “L’unica manifestazione di Mosca dove nessuno sarà arrestato: la manifestazione contro le manifestazioni”.

La protesta è stata promossa dai mezzi di comunicazione di stato russi, con lo slogan “non dimenticheremo, non perdoneremo”. I manifestanti si dichiarano “antiMaidan”, un riferimento a piazza dell’Indipendenza nel centro di Kiev, conosciuta come piazza Maidan, dove nel novembre del 2013 erano cominciate le proteste contro Janukovyč e la sua decisione di bloccare il processo di avvicinamento dell’Ucraina all’Unione europea.

Dalle proteste è nato un movimento per chiedere le dimissioni del presidente, che ha portato a una crisi politica e allo scoppio di un conflitto nell’est del paese. La Russia è accusata dalla comunità internazionale di fornire armi e soldati ai ribelli che combattono contro l’esercito governativo.

Almeno 5.700 persone sono morte da quando sono cominciati gli scontri lo scorso aprile, e un milione e mezzo di persone ha dovuto lasciare le proprie case secondo le stime delle Nazioni Unite. Bbc

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