Riek Machar

In Sud Sudan anche il leader dei ribelli ordina di fermare i combattimenti
In Sud Sudan anche il leader dei ribelli ordina di fermare i combattimenti. L’ex vicepresidente Riek Machar ha fermato ufficialmente sue le milizie, che combattevano contro l’esercito dal dicembre 2013. Il presidente Salva Kiir aveva fatto lo stesso giovedì, dando seguito all’accordo di pace sottoscritto nei giorni scorsi.
Firmati gli accordi di pace tra ribelli e governo in Sud Sudan
Firmati gli accordi di pace tra ribelli e governo in Sud Sudan. Il presidente Salva Kiir ha firmato un accordo di pace con i ribelli guidati dall’ex vicepresidente Riek Machar. Le Nazioni Unite avevano minacciato sanzioni nel caso in cui non fosse stata trovata un’intesa.
Riprendono ad Addis Abeba i negoziati di pace per il Sud Sudan.
Riprendono ad Addis Abeba i negoziati di pace per il Sud Sudan. Il presidente Salva Kiir e il suo ex vice Riek Machar si sono incontrati oggi, data limite imposta dalla comunità internazionale per concludere un accordo senza rischiare le sanzioni. I colloqui erano stati sospesi venerdì per la scissione tra le fazioni d’opposizione. La guerra civile è cominciata 19 mesi fa, quando Kiir ha accusato Mashar di volersi impadronire del potere con la forza. Lo scontro ha assunto connotazioni interetniche e ha provocato decine di migliaia di morti.
Le Nazioni Unite denunciano violenze contro le donne in Sud Sudan

In Sud Sudan i soldati dell’esercito nazionale (Spla) hanno violentato decine di donne e ragazze durante la guerra civile in corso dal dicembre del 2013, quando il presidente Salva Kiir ha accusato il suo ex vice Riek Machar di aver organizzato un colpo di stato. Lo denuncia un rapporto della Missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan (Unmiss) pubblicato il 30 giugno. Il conflitto è stato caratterizzato anche da massacri a sfondo etnico e dall’impiego di centinaia di bambini soldato.

Il rapporto contiene le testimonianze di 115 persone. Nell’aprile del 2015 l’esercito sudsudanese ha lanciato un’offensiva contro i ribelli fedeli a Machar nella zona di Mayom, nel nord del paese. “I sopravvissuti hanno raccontato che l’esercito ha commesso crimini contro la popolazione locale, uccidendo civili, saccheggiando e distruggendo villaggi e provocando la fuga di più di centomila persone”, afferma il rapporto delle Nazioni Unite.

A marzo un altro rapporto dell’Unicef aveva denunciato che centinaia di bambini erano stati rapiti per essere arruolati da entrambe le parti in conflitto.

Le violenze in Sud Sudan sono scoppiate il 15 dicembre 2013, con gli scontri tra soldati di etnia dinka – fedeli a Kiir – e militari nuer, accusati di voler attuare un colpo di stato a favore di Machar, che era stato rimosso dall’incarico di vicepresidente nel luglio del 2013. Kiir e Machar si contendevano da tempo il controllo del governo e la leadership del loro partito, il Movimento per la liberazione del popolo sudanese (Splm). Kiir e Machar appartengono a due diversi gruppi etnici: Kiir è dinka, il gruppo più numeroso del Sud Sudan, mentre Machar è nuer. Questa divisione ha riacceso vecchie tensioni che risalgono ai tempi della guerra d’indipendenza dal Sudan.

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