South Carolina

L’Fbi indaga su un poliziotto che ha picchiato una studentessa nera.
L’Fbi indaga su un poliziotto che ha picchiato una studentessa nera. La polizia federale e il dipartimento di giustizia di Washington hanno aperto un’inchiesta dopo la diffusione di un video in cui un agente bianco, di sorveglianza in un istituto superiore di Columbia, in South Carolina, afferra per il collo una ragazza nera seduta al suo banco, la fa cadere e la trascina sul pavimento.
Inondazioni senza precedenti in South Carolina

Barack Obama ha firmato la dichiarazione di stato d’emergenza per il South Carolina dopo l’ondata di maltempo che si è abbattuta sullo stato e che ha causato la morte di almeno undici persone. Leggi

Scontri in South Carolina durante la manifestazione del Ku klux klan

Almeno cinque persone sono state arrestate in seguito agli scontri tra gli esponenti dell’associazione razzista Ku klux klan e gli attivisti dei movimenti per la difesa dei diritti dei neri fuori del parlamento dello stato del South Carolina. Il gruppo di estrema destra stava protestando contro la rimozione della bandiera confederata dallo spiazzo antistante l’edificio, decisa dal senato dello stato il 7 luglio.

La bandiera confederata del South Carolina, simbolo dei sudisti durante la guerra civile negli Stati Uniti, è stata esibita da Dylann Roof, il presunto responsabile della sparatoria nella chiesa di Charleston, avvenuta nella notte tra il 17 e il 18 giugno, ed è considerata dalla governatrice dello stato, Nikki Haley, un simbolo di divisione e odio razziale.

Il South Carolina rimuove la bandiera confederata
Il South Carolina rimuove la bandiera confederata. Il parlamento dello stato ha approvato la legge che permette di levare la bandiera dall’area del palazzo del governo. Simbolo dei sudisti schiavisti durante la guerra civile, era stata esibita dal responsabile della sparatoria nella chiesa di Charleston del 18 giugno, accusato di nove omicidi e odio razziale.
Il South Carolina chiede la rimozione della bandiera confederata

La governatrice del South Carolina, Nikki Haley, ha chiesto la rimozione della bandiera confederata dallo spiazzo davanti al parlamento dello stato. La bandiera, simbolo dei sudisti durante la guerra civile negli Stati Uniti, è stata esibita da Dylann Roof, il presunto responsabile della sparatoria nella chiesa di Charleston, avvenuta nella notte tra il 17 e il 18 giugno, nella quale sono state uccise nove persone.

Secondo la governatrice, la bandiera è un simbolo di divisione e di odio razziale. I figli dei veterani confederati, un’associazione dei discendenti dei soldati degli Stati confederati d’America, che nel 1861 dichiararono la secessione dagli Stati Uniti, si sono invece schierati contro la rimozione della bandiera, definendola un simbolo del proprio patrimonio culturale e storico. L’autorizzazione a rimuovere la bandiera potrà essere data solo con una votazione del parlamento dello stato.

Qualche ora dopo l’annuncio della governatrice, la multinazionale statunitense Walmart ha dichiarato che non venderà più nessun prodotto che esponga la bandiera confederata.

Spari in una chiesa di Charleston negli Stati Uniti, nove morti

Un uomo si è introdotto in una chiesa frequentata dalla comunità afroamericana, a Charleston in South Carolina, e ha sparato uccidendo nove persone. L’attentatore, un uomo bianco sui vent’anni, indossava jeans e una felpa grigia, come ha riferito la polizia in una conferenza stampa.

Nonostante un imponente dispiegamento di forze, compresi mezzi aerei, a qualche ora dalla sparatoria – avvenuta poco dopo le nove di sera (le 3 del mattino in Italia) – il responsabile non è stato ancora arrestato. Il capo della polizia locale, Gregory Mullen ha descritto l’attacco come un crimine a sfondo razziale.

Proteste per l’uccisione di  Walter Lamer Scott in South Carolina

Nel South Carolina sono state organizzate diverse manifestazioni per protestare contro l’uccisione di Walter Lamer Scott, un nero di 50 anni, disarmato, ucciso sabato 4 aprile mentre era in fuga dalla polizia. Questo è solo l’ultimo di una serie di casi di neri uccisi da agenti di polizia in circostanze pochi chiare negli ultimi dodici mesi. Leggi

Un poliziotto accusato di aver ucciso un nero disarmato in South Carolina

Attenzione: il video contiene immagini violente

Negli Stati Uniti un poliziotto bianco è stato accusato di aver ucciso un nero disarmato che stava cercando di scappare. L’episodio è avvenuto sabato 4 aprile a North Charleston, in South Carolina. Le accuse sono state formulate martedì 7 aprile dopo la pubblicazione di un video che mostra l’agente, Michael T. Slager, 33 anni, mentre spara otto colpi alla schiena a Walter L. Scott, 50 anni.

La vittima era stata fermata per un controllo perché aveva un fanale della macchina rotto. Aveva precedenti penali. Il poliziotto ha dichiarato di aver sparato perché durante la perquisizione Walter L. Scott gli aveva rubato la pistola taser e temeva per la sua incolumità.

Il filmato dell’accaduto, girato da un passante con un telefono e consegnato al New York Times dall’avvocato della famiglia di Walter L.Scott, mette in dubbio la ricostruzione del poliziotto. Quando l’agente apre il fuoco la vittima appare lontana e inoffensiva e non sembra avere in mano la pistola taser. In seguito, quando Walter L. Scott è a terra, si vede il poliziotto avvicinarsi e gettare qualcosa vicino al suo corpo.

Il caso ricorda quelli di New York, Cleveland, Ferguson e altri casi di violenza della polizia nei confronti di afroamericani. Questi episodi hanno scatenato un dibattito nazionale sulla condotta delle forze dell’ordine negli Stati Uniti.

La corte suprema riconosce i matrimoni gay in South Carolina

La corte suprema degli Stati Uniti ha respinto il ricorso presentato dal procuratore generale del South Carolina contro i matrimoni omosessuali. Il South Carolina diventerà quindi il 35° stato americano a legalizzare le unioni gay. Reuters

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