12 aprile 2015 22:58
  1. “I discovered the world of learning, and if you have enough imagination and an eye for detail, and an ear for how people speak, and if you pick up just enough rudimentary knowledge about this world that you know nothing about, you can turn this into art”. David Simon (quello di The wire) dialoga con il romanziere Richard Price (che a The wire ha peraltro collaborato) sull’arte della narrazione di genere e non. Imperdibile.
  2. Foreste distrutte, città che crescono in modo esponenziale, incendi, ghiacciai che svaniscono e altro ancora: l’impatto dell’uomo sulla terra in 15 immagini.
  3. Su Project Syndicate, Philippe Legrain spiega perché la piccola ripresa economica dell’eurozona sarà probabilmente solo a brevissimo termine, e non è il risultato delle politiche di austerità volute dalla Germania.
  4. Nei commenti sulla crisi contemporanea e le disuguaglianze sempre più ampie, si dà spesso la colpa al “neoliberismo” (o neoliberalismo). Ma siamo sicuri di poterne fornire una definizione soddisfacente? Per fare chiarezza sul termine, Timothy Shenk di Dissent ha intervistato Wendy Brown, l’autrice di Undoing the demos: neoliberalism’s stealth revolution.
  5. Il 14 marzo è stata inaugurata la sessione del Tribunale permanente dei popoli sulla Tav. A partire dalle richieste delle amministrazioni valsusine, è cominciata un’analisi sulle pratiche di violazione dei diritti delle popolazioni locali. Con una “funzione di coscienza collettiva indipendente in grado di addebitare le responsabilità agli attori concreti, per quanto in maniera simbolica, mancando esso di potere coercitivo”, come si legge nell’ottimo riassunto proposto da Q Code Magazine.
  6. Il triplice omicidio avvenuto al tribunale di Milano il 9 aprile è un terribile fatto di cronaca, scrive Luca Sofri, che non dovrebbe spingerci a trarre subito spiegazioni sociologiche o alimentare panico generalizzato (anche per umana decenza, aggiungerei io).
  7. “Tracing the confusion and the enlightenment that mourning and isolation invite, Stevens joins a handful of other artists returning solitude to the center of the musical conversation this year. It’s a difficult subject to approach honestly in 2015, not only because being alone often feels impossible within contemporary society’s wireless matrix, but because the experience is so often commodified, reduced to the price tag on a yoga mat or the itemized bill for a faux-monastic spa retreat”. Il rapporto delicato e sincero di Sufjan Stevens e altri musicisti contemporanei con la solitudine, in un bell’articolo di Ann Powers.
  8. La strada che ha portato a Garissa: su The New Inquiry, una cronologia della lunga crisi keniana, dal 1962 all’invasione della Somalia passando per il massacro di Wagalla e altri eventi tragici e per lo più dimenticati in occidente.
  9. Storie di esuli lontani dal Mediterraneo: espulsioni, violenze della polizia e morti nella realtà poco conosciuta di Calais.
  10. Un tema piuttosto discusso: la possibilità di registrare qualsiasi momento della nostra vita sta problematizzando l’essenza stessa della memoria (che è di per sé imprecisa e lacunosa). Ma perché questa tendenza così diffusa?, si chiede Walter Kirn. “The fallacy behind this script is that there would be a market for a device that enables complete and perfect recall. Not even my GoPro-toting son wants that. His instinctive goal is to record exceptional experiences that he expects he may want to savor again someday, saving himself the Proustian trouble”.
  11. Chi è l’uomo che ha filmato l’omicidio di Walter Scott in South Carolina da parte di un poliziotto, e perché ha deciso (dopo avere titubato) di rendere pubblico il video.
  12. In Italia ci sono circa seimila paesi fantasma, sparsi per lo più lungo gli Appennini o nelle valli alpine. Alcuni sono bellissimi, ma invece di collegarli meglio si è preferito costruire delle orribili new town poco distanti.
  13. Albert Camus e Georges Brassens, entrambi solitari e solidali, entrambi animati dalla stessa passione libertaria: un bel parallelismo tracciato da Gabriella Putignano.
  14. Comincia la quinta stagione di Game of thrones, e il Washington Post ha creato una guida illustrata a tutte le 456 morti della serie finora.

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