19 aprile 2015 22:49
  1. Esattamente quindici anni fa i Metallica fecero causa a Napster – dando così inizio alla storia (ancora senza fine) del rapporto fra industria musicale e free sharing su internet.
  2. Negli Stati Uniti è appena uscito un libro che raccoglie per la prima volta contributi di prima mano dei combattenti curdi in Rojava e commenti di alcuni gruppi anarchici: lo recensisce con cura A. M. Gittlitz, sottolineando la sua utilità per arginare la strumentalizzazione occidentale (anche in ottima fede) di quanto accade laggiù.
  3. Su Lavoro culturale c’è la traduzione completa di una lunga e interessante intervista a Daniel Zamora, attorno alla “possibilità di criticare Foucault”, al rapporto del filosofo francese con il liberismo, e molto altro ancora.
  4. Quali sono i rischi di una società senza denaro liquido? Jim Bendell ne elenca diversi di natura per lo più etica e politica e non strettamente tecnica: dalla questione della privacy a quella delle pratiche anti-competitive (Visa e Mastercard, per esempio, coprono l’80 per cento delle transazioni mondiali via carte di credito).
  5. Ti ritieni più un artigiano o un artista? Nessuno dei due: un professionista. Sono un creativo metodico, costruisco, cancello moltissimo se non mi piace quello che ho disegnato; perché ho molto rispetto per il lettore e mi sforzo di dargli il meglio”. L’arte e la vita di Giorgio Cavazzano, intervistato da Fumettologica.
  6. Suppongo che tutti abbiate presente il meme del trollface, o che l’abbiate visto almeno una volta navigando su internet. Kotaku racconta la storia del suo creatore (all’epoca un adolescente) e dei dollari che si è fatto con i diritti d’autore.
  7. “Of course the kids stay home because they can’t get jobs that pay rent. But the function of millennial-speak is to disguise structural causes (the lack of jobs) as human desires (the kids want to stay home), and to justify further measures (make hiring and firing easier) in terms of those desires. This is why millennials are constantly figured as happily zigzagging from job to job, fleeing long-term employment, luxuriating in the intense anxiety of a precariousness said to be uniquely theirs”. Il nuovo editoriale di n+1 – sui pericoli del discorso generazionale attorno ai millennial – merita come al solito un’attenta lettura.
  8. A un anno dal rapimento delle studentesse in Nigeria, cosa sappiamo della loro situazione (praticamente nulla) e cos’è successo nel frattempo nella nazione africana.
  9. “It does not matter whether we believe that guns kill people or that people kill people with guns – the result is the same: a public health crisis”. Il costo della violenza armata negli Stati Uniti è pari a circa 229 miliardi di dollari. Un gruppo di giornalisti di Mother Jones ne ha indagato l’impatto nel dettaglio: costi di ospitalizzazione, famiglie delle vittime da sostenere e così via; un’economia del dolore che può apparire cinica, ma che aggiunge un altro tassello alla ricostruzione di un problema gravissimo.
  10. Perché, secondo l’antropologo e attivista David Graeber, indossiamo delle cravatte e in che modo sono un indicatore di potere. (C’entrano i genitali maschili).
  11. “It’s not easy figuring out where the red line is for satire anymore. But it’s always worth asking this question: Is anyone, anyone at all, laughing? If not, maybe you crossed it”. Per mantenere vivo un dibattito che è tuttora importante: cosa pensa Gary Trudeau della satira dopo Charlie.
  12. Federico Novaro esplora l’universo della collana Supercoralli di Einaudi: la sua identità, il modo in cui può essere stiracchiata o evoluta senza tradirla, e cosa significa questo per l’editoria.
  13. L’87 per cento del discorso di odio nei confronti di rom e sinti è riconducibile ai politici: il breve commento di Loredana Lipperini, con un paio di link utili.
  14. Gli aspetti oscuri del crowdfunding: quando le campagne per attività controverse o peggio (ad esempio in supporto a un catering che si rifiuta di servire matrimoni dello stesso sesso) sono un grande business per le piattaforme di finanziamento.
  15. Negli Stati Uniti ci si sente parte della “middle class” anche quando economicamente si è ben al di sotto. Secondo il New York Times è una questione psicologica: l’appartenenza a uno stile di vita come bisogno di rassicurazione, che insieme sfuma un po’ il concetto stesso di “classe”.
  16. Per quelli che “i grandi editori non leggono i romanzi che gli arrivano” o “pubblicano solo i raccomandati”, Giulio Mozzi ha elencato (e fatto a pezzi) dieci leggende false sul mondo della grande editoria.

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