26 settembre 2017 13:29
  • Il primo ministro iracheno Haidar al Abadi ha detto che le autorità di Baghdad “non sono disposte a discutere con Erbil dei risultati del referendum” sull’indipendenza del Kurdistan iracheno, perché il voto era incostituzionale. Secondo i dati diffusi dalle autorità di Erbil e pubblicati sul sito curdo Rudaw, l’affluenza alle urne è stata del 78 per cento per cento, su un totale di cinque milioni di aventi diritto: il 93 per cento avrebbe votato a favore dell’indipendenza. I risultati finali sono attesi per il 29 settembre. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha messo in guardia contro il pericolo di una guerra etnica e si è detto pronto a ogni opzione – economica e militare – se la pace nella regione venisse minacciata.
  • Tre israeliani sono stati uccisi e un quarto ferito da un palestinese nei pressi dell’insediamento di Har Adara, in Cisgiordania. L’assalitore è stato poi ucciso. Secondo la polizia israeliana, l’uomo è riuscito ad avvicinarsi al cancello posteriore dell’insediamento insieme ad altri operai che dovevano entrare nella colonia, ha estratto un’arma e ha aperto il fuoco contro le forze di sicurezza. L’aggressore aveva il permesso di lavoro ed è stato identificato dalla polizia in un 37enne proveniente dal villaggio palestinese di Beit Surik, che si trova nei pressi dell’insediamento israeliano.
  • Il presidente catalano Carles Puigdemont ha dichiarato a una tv francese che in caso di vittoria del sì al referendum del 1 ottobre sull’indipendenza pensa di avviare un dialogo con la Spagna e con l’Unione europea. La portavoce del movimento JxSí e ha annunciato che sono state inviate le convocazioni per la formazione dei seggi elettorali, anche se la guardia civil ne ha sequestrate già più di 45mila. Madrid continua a sostenere che il voto è anticostituzionale.
  • La polizia kenyana ha disperso con gas lacrimogeni e manganelli i manifestanti che protestavano a Nairobi per chiedere una nuova commissione elettorale in vista delle presidenziali che dovrebbero svolgersi il 26 ottobre. Il 1 settembre è stato annullato il voto dell’8 agosto per irregolarità, ma il principale oppositore, Raila Odinga, ha annunciato che non si presenterà se non saranno nominati nuovi commissari elettorali. Le elezioni erano state vinte dal presidente uscente, Uhuru Kenyatta.
  • Kadri Gürsel, editorialista del giornale di opposizione turco Cumhuriyet, è stato stato rilasciato dalla prigione di Silivri dopo undici mesi di detenzione. Altri quattro giornalisti restano in prigione, tra cui il direttore Murat Sabuncu, con l’accusa di “supporto ad organizzazione terroristica ed eversiva” per un presunto legame tra i giornalisti e Fetullah Gülen, considerato la mente del tentato golpe del 15 luglio 2016. Le stesse accuse pendono, in contumacia, sull’ex direttore del quotidiano, Can Dundar, che vive in Germania e rischia una condanna dai sette ai 15 anni di carcere. Dopo il golpe, almeno 50mila persone sono state arrestate in Turchia, 150mila fermate o licenziate, 150 mezzi d’informazione sono stati chiusi e 160 giornalisti arrestati.

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