06 novembre 2017 13:44
  • Secondo le prime proiezioni delle elezioni locali siciliane, Nello Musumeci, candidato del centrodestra, ha ottenuto il 38 per cento delle preferenze. Giancarlo Cancelleri del Movimento 5 stelle (M5s) lo segue con il 36 per cento. Fabrizio Micari del centrosinistra ha il 18 per cento e il candidato della sinistra, Claudio Fava, si ferma al 7 per cento. Ha votato solo il 46,7 per cento degli elettori. Il 5 novembre si è votato anche nel municipio romano di Ostia, sciolto due anni fa per mafia. Mentre è ancora in corso lo scrutinio, la candidata dell’M5s Giuliana Di Pillo è la più votata (30,2 per cento) davanti a Monica Picca, candidata di una coalizione con Lega e Forza Italia, che ha ottenuto il 26,6 per cento dei voti. Il Partito democratico, con Athos De Luca, raggiunge il 13,6 per cento, davanti al candidato di CasaPound Luca Marsella, che ottiene il 9 per cento delle preferenze. Il ballottaggio sarà il 19 novembre. L’affluenza è crollata al 36,1 per cento.
  • Un’inchiesta basata su 13,4 milioni di documenti, ribattezzata Paradise papers, rivela gli affari avviati nei paradisi fiscali da centinaia di personalità di tutto il mondo tra imprenditori, leader politici e istituzioni religiose. I documenti sono stati ottenuti dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, che li ha condivisi con il Consorzio internazionale di giornalisti investigativi (Icij), a cui appartengono The Guardian, Bbc, The New York Times, Le Monde e L’Espresso. Tra le persone coinvolte nei Paradise papers ci sono personalità politiche come la regina Elisabetta II, la regina Rania di Giordania, il tesoriere del premier canadese Justin Trudeau, esponenti dell’amministrazione Trump; e personalità dello spettacolo come Bono Vox e Madonna.
  • L’ex presidente Carles Puigdemont e quattro ministri catalani, su cui pende un mandato di cattura europeo emesso da Madrid, sono stati messi in libertà condizionata dalla magistratura belga. L’udienza sulla loro estradizione è stata fissata al 17 novembre.

  • Il lancio di un missile dallo Yemen verso l’Arabia Saudita può essere considerato un atto di guerra. È l’accusa che Riyadh rivolge all’Iran, dicendo di essere in possesso di prove che dimostrano che Teheran è dietro il lancio del missile effettuato dai miliziani sciiti houthi. In un comunicato rilanciato dall’agenzia di stampa saudita Spa, Riyadh parla di “un’evidente aggressione militare da parte delle milizie houthi controllate dall’Iran” e spiega che l’esame dei resti del missile “conferma il ruolo del regime dell’Iran nella fabbricazione e nella vendita di armi ai miliziani houthi”.

  • Le elezioni presidenziali in Repubblica Democratica del Congo si svolgeranno il 23 dicembre 2018. La data è stata annunciata dal presidente della commissione elettorale: i risultati saranno annunciati il 9 gennaio 2019 e il presidente entrerà in carica il 13 gennaio. Il mandato di Joseph Kabila, che ha preso il posto di suo padre Laurent ucciso nel 2001, scadeva il 19 dicembre scorso: il suo rifiuto di lasciare il potere ha scatenato nel paese violenze che hanno causato decine di morti.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it