21 novembre 2017 13:45
  • Almeno 50 persone sono morte in un attentato che ha colpito una moschea a Mubi, nell’est della Nigeria. Secondo la polizia, che accusa gli estremisti di Boko haram, il kamikaze si è mischiato ai fedeli per entrare nella moschea e farsi esplodere durante la preghiera della mattina. Diversi i feriti, trasferiti negli ospedali della regione.
  • Solo cinque ministri e il procuratore generale hanno partecipato alla riunione di governo indetta da Robert Mugabe. Almeno 17 esponenti del governo dello Zimbabwe hanno invece partecipato una riunione per decidere l’impeachment del presidente. Intanto l’ex presidente Emmerson Mnangagwa, la cui destituzione aveva provocato la reazione dell’esercito, ha chiesto a Mugabe di dimettersi immediatamente.
  • Il presidente siriano Bashar al Assad ha incontrato a Soči, in Russia, Vladimir Putin, ringraziandolo per l’intervento in Siria. Secondo il presidente siriano “ora è possibile procedere verso un accordo politico”. Putin ha risposto che “per quanto riguarda la nostra cooperazione nella lotta ai terroristi in Siria, l’operazione militare sta arrivando alla conclusione”. Il 22 novembre Putin incontrerà a Soči il presidente iraniano Hassan Rohani e quello turco Recep Tayyip Erdoğan per discutere della situazione in Siria.
  • La ricerca del sottomarino argentino San Juan è resa sempre più complicata da una serie di fattori esterni: le pessime condizioni meteorologiche, le acque agitate e la mancanza di informazioni su cosa è successo a bordo per restare senza comunicazioni mentre si trovava a 430 chilometri dalla costa, nel mar della Plata. I segnali registrati da alcuni sonar nei giorni scorsi non provenivano dal sottomarino. L’ipotesi più probabile è che all’origine del problema, segnalato alla base il 16 novembre, ci siano le batterie e che il mezzo navale, con 44 persone a bordo, si trovi a 700 metri di profondità senza l’energia necessaria per riemergere. Nelle ricerche sono coinvolti mezzi della marina e dell’aviazione argentina, francese, tedesca e statunitense.
  • Il servizio meteorologico russo Rosgidromet ha confermato che alla fine di settembre in diverse parti del paese sono state trovate concentrazioni “estremamente alte” di rutenio-106. L’isotopo è stato rilevato in Tatarstan e nella Russia meridionale, raggiungendo infine “tutti i paesi europei, dall’Italia al nord dell’Europa”. Le concentrazioni più alte sono state registrate ad Argayash, un villaggio nella regione di Chelyabinsk, negli Urali meridionali, dove i livelli di sicurezza sono stati superati di 986 volte. Il rutenio-106 è un prodotto della divisione degli atomi dentro un reattore. Greenpeace Russia ha chiesto di aprire un’inchiesta sul potenziale occultamento di un incidente nucleare.

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