12 dicembre 2017 13:33
  • Akayed Ullah, 27 anni, originario del Bangladesh e residente negli Stati Uniti da sette anni, è l’uomo sospettato di aver fatto esplodere un ordigno nel sottopasso della stazione dei bus di Port Authority, a Manhattan. Quattro persone sono rimaste ferite. È stato il terzo attacco a New York City dal settembre del 2016 e il secondo in due mesi. Ullah ha detto di aver scelto la stazione dei bus per le sue pubblicità natalizie, ispirandosi agli attacchi commessi dal gruppo Stato islamico in Europa. Donald Trump ha dichiarato che l’azione terroristica conferma la necessità di una riforma delle leggi sull’immigrazione.
  • Tre donne chiedono l’apertura di un’inchiesta contro Donald Trump per molestie sessuali. Jessica Leeds, Samantha Holvey e Rachel Crooks avevano rivelato nel novembre del 2016 di essere state molestate sessualmente dall’allora candidato alla presidenza. Intervistate dalla Nbc hanno chiesto che il congresso apra un’indagine. Anche Nikki Haley, ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu, ha affermato che le donne che accusano il presidente di molestie devono essere ascoltate.
  • “I governi europei sono consapevolmente complici delle torture e degli abusi su decine di migliaia di rifugiati e migranti detenuti dalle autorità di immigrazione libiche in condizioni spaventose”. Lo dichiara Amnesty international in un nuovo rapporto sulla Libia presentato oggi a Bruxelles. Secondo l’organizzazione per i diritti umani le cancellerie del Vecchio Continente si stanno rendendo complici di questi gravi crimini.
  • In Honduras il Tribunale elettorale continua a non proclamare il vincitore delle presidenziali del 26 novembre. Secondo gli ultimi dati ufficiali il presidente uscente, Juan Orlando Hernández, ha ottenuto il 42,9 per cento dei voti, contro il 41,3 per cento di Salvador Nasralla, leader di Alianza de oposición. Nasralla continua a segnalare brogli elettorali, altri oppositori denunciano l’influenza statunitense in favore di Hernández: in questo clima di tensione il tribunale rimanda l’annuncio definitivo del vincitore.
  • Nel 2016 il fatturato dei primi cento produttori di armi è salito a 374,8 miliardi di dollari: lo afferma l’ultimo rapporto dell’Istituto internazionale di ricerca per la pace di Stoccolma (Sipri). Dopo cinque anni di flessione, quindi, la vendita di armi e la fornitura di servizi militari ha nuovamente ricominciato ad aumentare: +1,9 per cento rispetto al 2015. Oltre due terzi degli incassi dei produttori di armamenti (217 miliardi di dollari) sono andati a imprese statunitensi, che hanno aumentato i profitti del 4 per cento. Prima in classifica è la Lockheed-Martin, seguita dalla Boeing.

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