25 ottobre 2017 17:07

Gentile bibliopatologo,
sono sempre stata una lettrice voracissima, fino al giorno in cui ho incontrato il libro che mi ha fatto veramente innamorare, un libro così intenso, pieno e rivelatore che per me è diventato un’ossessione. Non riesco più ad andare avanti, ora per ogni libro che comincio a leggere sorge spontaneo il pensiero che non sarà mai come quel libro, che mai più nessun libro sarà in grado di farmi innamorare come quello. E perdo interesse dopo poche pagine. Per questo le chiedo aiuto.
– Alice

Cara Alice,
come continuare a credere nei libri quando hai trovato un amore di carta così perfetto da rendere scialbi, insulsi o deludenti tutti quelli che d’ora in poi si presenteranno alla tua porta con un mazzetto di fiori e uno smoking preso a nolo? Come vedi, questa settimana mi costringi a trasformarmi nella posta del cuore. Non che mi dispiaccia, ma non so se sono attrezzato a risponderti; so solo che la mia diagnosi rischia di essere molto gender-biased. Se tu fossi un maschio, ti prescriverei senza tentennamenti la novella Don Juan di E.T.A. Hoffmann, uno psicofarmaco di poche pagine risalenti al 1813 che aiutano a guarire mali simili al tuo.

Chi è il Don Giovanni di Hoffmann? Non è il “mostro, fellon, nido d’inganni” contro cui si scaglia Donna Elvira nell’opera mozartiana, è al contrario un romantico e un idealista. Il diavolo, l’antico Avversario, gli insinuò nell’anima

il pensiero che attraverso l’amore, attraverso il godimento della donna, già qui sulla terra potesse essere realizzato ciò che solo come celeste promessa abita nel nostro cuore, ed è appunto quella infinita nostalgia a metterci in immediato rapporto con il sovraterreno. Volando senza posa da una donna all’altra, godendo con cocente bramosia delle loro grazie fino alla sazietà, fino all’ebbrezza distruggitrice, credendo sempre di ingannarsi nella scelta, sempre sperando di ritrovare l’ideale definitivo dell’appagamento, Don Juan doveva alla fine trovare tutta la vita terrena scipita e piatta.

Quale chimera inseguiva, Don Giovanni? Una reminiscenza inconscia della madre, ha risposto qualche lettore freudiano. E quella dea intravista in sogno era così imperiosa da esigere il sacrificio di tutte le malcapitate finite sulla via del grande seduttore. L’intera carriera amorosa di Don Giovanni non è che una minuziosa vendetta, una manifestazione di disprezzo per le donne terrene e volgari che condividono la colpa di non essere la donna. Al punto che quando ha la buona sorte di imbattersi davvero nella creatura semidivina che cercava, Donna Anna, è ormai così avvezzo alla sua routine di stragista delle illusioni, di serial killer delle primizie d’amore, che non trova di meglio che sedurre e umiliare anche lei.

Ecco, io non sono affatto certo che incontrerò nella mia vita di lettore un altro Doctor Faustus o un altro Uomo senza qualità, tanto per menzionare un paio di scellerati che mi hanno circuito e sedotto da adolescente, rendendo la vita impossibile ai loro successori. Ma non voglio neppure ridurmi come il Don Giovanni di Hoffmann, incapace perfino di riconoscere un nuovo grande amore. E così continuo a leggere, leggere, leggere, lasciando sul mio sentiero una lunga scia di sedotti e abbandonati dopo il primo capitolo, sapendo però che una Donna Anna si può sempre annunciare sull’uscio, e devo esser pronto ad accoglierla.

Ecco, questo è il massimo che posso dirti. Ma mi rendo conto che per una donna l’identificazione con la misoginia ascetica e sensuale di Don Giovanni non è così immediata. Per questo ti dico che se io fossi il tuo libro adorato – di cui non fai neppure il nome, con quel pudore che è tipico dei grandi amori – mi rivolgerei a te con le parole di una vecchia canzone di Luigi Tenco: “Lontano lontano nel tempo, qualche cosa negli occhi di un altro ti farà ripensare ai miei occhi, i miei occhi che t’amavano tanto”. Prendilo come un invito romantico a leggere ancora.

Il bibliopatologo risponde è una rubrica di posta sulle perversioni culturali. Se volete sottoporre i vostri casi, scrivete a g.vitiello@internazionale.it.

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