18 ottobre 2018 15:22
Catherine MacBride, Getty Images

Gentile bibliopatologo,
sarò sintetica: ho un fidanzato e un amante. Il primo legge solo robaccia, ma è un amore. Il secondo ha i miei stessi gusti, ma è uno stronzo. Inutile dire che quando sto con uno vorrei trovarmi tra le braccia e i libri dell’altro, e viceversa. Cosa scegliere, l’affetto o la stronzaggine, la robaccia o i buoni libri?

–Anita

Cara Anita,

se fossimo in un cartone animato, un angioletto comparirebbe alla tua destra e, fluttuando su una nuvola non più grande di un batuffolo di ovatta, ti sussurrerebbe nell’orecchio: bada all’affetto, tieniti stretto il fidanzato dal cuore d’oro, e pazienza se ha sul comodino Il labirinto femminile di Alfonso Luigi Marra. Ecco, in questa ipotetica scena io sarei il diavoletto custode che piomba improvvisamente sulla tua spalla sinistra e punzecchia con un forcone le sante terga del rivale. Siamo franchi, ti direi, se pure piantassi l’amante di buone letture, nel giro di poche settimane te ne troveresti un altro: il tuo equilibrio si fonda su due pilastri, e checché ne dica quel libro che cita sempre l’angelo, una casa divisa in se stessa può reggersi benissimo.

Certo, potresti anche ammettere che nessuno dei due ti basta, mollarli entrambi e trovarne un terzo che abbia una biblioteca all’altezza del suo cuore, e viceversa. Ma che diavoletto sarei? Mio zio Berlicche mi diserederebbe, e mi imporrebbe di restituire entro la fine della giornata lavorativa il distintivo e il forcone d’ordinanza. Ho pensato quindi a qualcosa di più ingegnoso, una forma di peccaminosità che sia al passo con la nostra epoca, già che il vecchio adulterio ha fatto il suo tempo. La parola chiave è poliamore, e pare che l’abbia coniata una strega neopagana californiana, cosa che riempie le nostre schiere diaboliche di orgoglio (la nostra passione più antica).

In breve: informa ciascuno dei due sull’esistenza dell’altro, mettili attorno a un tavolo negoziale e proponi un ménage articolato che si fondi su una rigorosa divisione del lavoro. Non farti illusioni, sulle prime non prenderanno bene la cosa; ma superato lo sconcerto iniziale sono certo che apprezzeranno entrambi i vantaggi della coabitazione erotica. L’amorevole fidanzato potrà continuare a fare la parte che gli riesce meglio, e a mandarti fiori senza complessi di inferiorità culturale e senza dover ripudiare il tomo di Marra sul comodino. L’amante stronzo potrà votarsi per intero al ruolo del dolente erudito, trascurandoti e maltrattandoti senza sensi di colpa mentre ti indica sullo scaffale il Diario del seduttore di Kierkegaard o L’uomo difficile di Hofmannsthal.

Apriranno una linea diretta, forse inaugureranno perfino una chat intitolata girlfriend sharing: “Stasera è insopportabilmente melliflua”, scriverà l’amante, “spupazzatela tu, ché io ho da leggere i Parerga e paralipomena”. E l’altro: “Oggi non so cosa le ha preso, mi sta facendo una testa così su un certo Schnitzler, pare un’isterica pazza, ti prego corri a prenderla e portale uno dei tuoi romanzi viennesi, magari si placa, io volevo passare la serata a guardare video di gattini”.

È il piano perfetto, fidati. L’unico rischio è che il fidanzato buono e incolto si senta tutto sommato in una posizione svantaggiosa, e che continui a covare segretamente il suo senso di inferiorità. Anche per questo ho architettato un’idea diabolica: assicuragli che hai preso la tua geniale intuizione poliamorosa dal capolavoro del suo autore preferito, Alfonso Luigi Marra. “Non sono corna, sciocco”, gli dirai strizzandogli l’occhio, “è strategismo sentimentale”.

Il bibliopatologo risponde è una rubrica di posta sulle perversioni culturali. Se volete sottoporre i vostri casi, scrivete a g.vitiello@internazionale.it

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