03 ottobre 2015 13:10

Al Festival di Internazionale a Ferrara, presso il Teatro comunale si è parlato della rivoluzionaria riapertura al dialogo tra l’Avana e Washington. Si sono confrontati Alcibiades Hidalgo, che fu una delle persone più vicine a Raùl Castro ed ambasciatore Onu, Mauricio Vincent Mulet, giornalista di El Pais per più di 25 anni e Rafael Rojas, storico cubano autore di “Historia mínima de la revolución cubana”. Ha moderato Omero Ciai, giornalista di La Repubblica.

Secondo Hidalgo questo disgelo tra Stati Uniti e Cuba ha colto tutti di sorpresa, dopo 54 anni di rivalità, il 17 dicembre 2014, festa di San Lazzaro, Washington e L’Avana comunicano contemporaneamente la ripresa dei rapporti. E’ indubbio che si tratterà di un processo molto lungo, così come sono stati lunghissimi i negoziati che hanno anteceduto la storica data. Raùl Castro, a parere del suo ex consigliere, non normalizzerà i rapporti con gli Stati Uniti finché non sarà tolto l’Embargo.

Mulet pensa sia necessario anche un cambiamento da parte dei cubani. Nel 2006 con il governo di Raùl Castro Cuba è cambiata, ora è possibile viaggiare tra i due paesi e ci sono maggiori margini per l’apertura di piccole imprese private, ma tutto ciò ha creato anche differenziazioni sociali più evidenti. Obama, secondo il giornalista di El Pais, ha svuotato l’Embargo dai suoi contenuti, tuttavia la vera decisione dipende dal Congresso.

Rafael Rojas, affronta un tema di grande attualità in merito al ruolo di mediatore di Papa Francesco. Il recente viaggio del Pontefice, dapprima a Cuba e poi negli Stati Uniti, fa parte del desiderio della Chiesa di avere un ruolo importante nella negoziazione. Come cita lo storico cubano, il Papa ha esortato Raùl Castro alla fine dell’era delle ideologie e dei gruppi. La difesa della persona umana è al di sopra degli interessi politici ed economici del Paese. Il Pontefice non si è però esposto in merito ai dissidenti perché l’obbiettivo della Chiesa è quello di posizionarsi come Istituzione nella società civile cubana. Mulet cita anche il nome di Giovanni Paolo II, un altro Papa in visita a Cuba, che non portò a nessun cambiamento così radicale nella storia del Paese.

L’attenzione si è poi focalizzata sul tema dell’emigrazione illegale dei giovani cubani, soprattutto professionisti o appertenenti a settori quali turismo e servizi. Come sottolinea Rojas il timore dei giovani è quello che con il disgelo possa essere eliminata la Legge dell’Aggiustamento, ora attiva negli Stati Uniti, limitando così le loro possibilità d’inserimento.

In merito al ruolo dei due fratelli Castro sul fronte politico cubano, i tre ospiti sono concordi nel far emergere le differenze tra Fidel e Raùl. Mulet pensa che Raùl abbia portato al cambiamento perché è più pratico, infatti ha permesso per la prima volta ai cubani di possedere un cellulare e di risiedere negli alberghi e ha fatto grandi passi anche nei confronti dell’educazione scolastica. Rojas parla di differenza anche di stile tra i due fratelli, citando la volontà di Raùl di apparire poco in pubblico. Raùl e Fidel sono due anziani al potere,Hidalgo la chiama gerontocrazia cubana.

Il processo verso il cambiamento è iniziato, ma tutto va a rilento, soprattutto la struttura del potere.

Nel 2018 Raùl lascerà e cercherà di cedere il posto ad un suo familiare. Lo storico cubano è convinto che la successione avverrà in base a regole attuali, ma che dal 2018 la pressione della democrazia sarà più percettibile sia dentro che fuori.

(Simona Penatti - Giulia Sangiorgi)

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