01 ottobre 2017 12:45

“Il veleno e l’antidoto sono veicolati dallo stesso strumento, che è il web”. Sono le parole di Matteo Grandi, giornalista di Piacere Magazine ed autore del libro Far Web, che al Festival di Internazionale parla di falsa informazione assieme a Massimo Bordin di Radio Radicale, al corrispondente di Libération Eric Jozsef e all’esperto di comunicazione della Commissione Europea Roberto Santaniello.

L’unione Europea è da tempo uno dei bersagli delle fake news. La Brexit è solo l’ultimo esempio degli effetti che le notizie false possono provocare sull’opinione pubblica. “Il livello di fake news è decisamente aumentato” afferma Santaniello, che ricorda come a metà ‘90 l’Unione Europea sia stata vittima di numerose eurobufale e continua: “Le notizie false hanno creato sentimenti di euro-scetticismo che facilmente conducono al populismo”.

La manipolazione delle informazioni esisteva già prima del web, internet ha semplicemente contribuito alla rapida diffusione delle fake news. “Molte sono perfino involontarie, causate da inesperienza o dall’uso di fonti non attendibili” aggiunge Bordin. Ciò che è cambiato è l’atteggiamento dei fruitori della notizia, che mostra una generalizzata diffidenza verso istituzioni, organi di informazione tradizionale ed esperti.

Come impedire che le fake news mettano in crisi la democrazia? Uno sforzo significativo a livello europeo è stato intrapreso con la costituzione della task force East StratCom, che promuove una corretta informazione attraverso il debunking – come spiega Santaniello. Ma il consigliere media tiene a precisare che l’etica pubblica è un bene imprescindibile per chi lavora con e per l’informazione. E’ a questo proposito che è stato recentemente approvato un codice di condotta volontaria a livello europeo rivolto ai grandi vettori come Facebook, Google e Twitter, in cui si chiede di tutelare i propri utenti dalle false informazioni. “Siamo quasi alla vigilia delle prossime elezioni europee” aggiunge Santaniello “e credo sia opportuno dare le informazioni per contribuire ad un dibattito veramente informato”.

Il recente interesse da parte della politica alle fake news non è da cercare esclusivamente nei fini propagandistici dei partiti; secondo Bordin esiste un’altra ragione: ”Oggi le fake news sono uno strumento della politica, come lo è stato la violenza nel secolo scorso; da ciò deriva l’interesse a questo nuovo campo di battaglia”.

Tutti gli ospiti sono dello stesso parere nell’indicare la necessità che il giornalismo torni ad assumersi la responsabilità dell’informazione. Con le parole di Joszef: “Il giornalismo deve recuperare la sua credibilità e il ruolo di sentinella, deve investire per dare notizie. Dietro alla stampa tradizionale ci dovrebbe essere professionalità ed una continua operazione di verifica”.

Silvia Pavanello, studentessa del Master di Giornalismo e Comunicazione scientifica dell’Università di Ferrara, volontaria all’ufficio stampa del festival

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