05 ottobre 2017 14:52

Moderati da Alessio Marchionna di Internazionale si sono confrontati sul palco del Teatro Nuovo di Ferrara Oscar Martinez, giornalista salvadoregno, Shane Bauer, giornalista d’inchiesta statunitense e Alexandra Dèlano Alonso. Gli ospiti hanno tracciato un quadro difficile, ma realistico, della situazione del centro america. “Salvador è l’esempio perfetto di una lezione terribile – ha esordito Martinez – non sempre la fine della guerra significa l’inizio della pace” . Quando una società pensa che si possa fronteggiare la violenza con altra violenza, ha dichiarato il giornalista di El Faro, ci si trova nella situazione in cui siamo oggi. “Il verbo immigrare – ha dichiarato – è correlato solitamente a delle idee economiche e di progresso, ma in realtà per molti ha a che fare con il verbo fuggire”.

Un problema strutturale, ma anche una difficoltà di comunicazione, come ha sottolineato Alexandra Delano Alonso, che ha analizzato le cause e le motivazioni dell’immigrazione: “Uno dei grandi problemi è il modo in cui viene impostato il discorso sull’immigrazione dagli Usa. La costruzione del muro è una messinscena”, ha dichiarato la giornalista. Non solo una distrazione per distogliere dai veri problemi, ma anche un tramite attraverso cui si diffondono precarietà e insicurezza”. Anche il giornalista di inchiesta statunitense Shane Bauer si è scontrato nel suo lavoro con le problematiche legate all’immigrazione. Nella sua indagine legata alle prigioni private, si è trovato ad aver a che fare con gli immigrati rinchiusi nei centri di detenzione e nelle carceri private. “L’8% della popolazione carceraria sta nelle prigioni private, e il 50% degli immigrati in carcere è in quelle private, è una nuova frontiera”. Se si considera che lo stato paga in proporzione alle persone che si accolgono ogni giorno, ci si rende conto di quanto sia solida la promessa di un profitto. Le aziende che poi gestiscono carceri private sono anche quotate in borsa, quindi ci sono degli investitori. E questo quando i migranti sono già negli Stati Uniti. E prima? “L’occasione in cui ho visto gli esseri umani trasformati in bestie da altri esseri umani è stato proprio alla frontiera con i migranti. La fame, il freddo, il sonno, sono elementi secondari: la criminalità organizzata ha trasformato in merce queste persone”, ha raccontato Martinez. Anche Alexandra avvalora questa ipotesi, sono da considerare le condizioni in cui i migranti versano prima di attraversare la frontiera: “I migranti non importano a nessuno, ma anche i poveri che non riescono a emigrare non contano nulla. Quando ho conosciuto la frontiera vera, ho visto in che condizioni i migranti versano: disumane”. In questo contesto appare fondamentale capire cosa significhi fare i giornalisti di inchiesta e denuncia. Esemplare è la definizione data da Oscar Martinez: “Io faccio giornalismo per rendere miserevole la vita dei corrotti, se riesco con la mia attività a rendergli la vita più difficile, allora mi sono realizzato come giornalista”.

Irene Lodi, collaboratrice volontaria nell’ufficio stampa di Internazionale a Ferrara

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