08 ottobre 2014 11:43

In Turchia è salito a 14 il numero dei morti causati dagli scontri del 7 ottobre tra le forze dell’ordine e i manifestanti filocurdi, che chiedono al governo di Ankara un intervento militare contro lo Stato islamico nella città curda di Kobane, al confine tra Siria e Turchia.

Gli incidenti più gravi sono avvenuti nei centri a maggioranza curda, come Diyarbakir, dove sono state registrate cinque vittime. La polizia ha lanciato gas lacrimogeni e ha usato gli idranti per disperdere i manifestanti, che hanno bruciato automobili e copertoni. Ci sono stati scontri anche nella capitale Ankara e a Istanbul, dove sono rimaste ferite 30 persone e cento sono state arrestate.

Il 7 ottobre il premier turco Recep Tayyip Erdoğan aveva detto che Kobane era “sul punto di cadere” nelle mani dello Stato islamico e aveva aggiunto che serve un intervento militare di terra da parte dell’esercito turco per sconfiggere i jihadisti e riprendere il controllo della città.

Un funzionario dell’amministrazione Obama, citato dal New York Times, ha criticato la strategia di Erdoğan. “La Turchia genera un’ansia crescente, perché sta temporeggiando su un intervento militare che potrebbe evitare questo massacro a meno di un chilometro dai suoi confini”, ha detto il funzionario.

Le foto sono state scattate il 7 ottobre 2014.

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